Asilo degli orrori, la maestra arrestata scriveva: "Voglio trasmettere amore ai bambini"

La donna di 52 anni, ai domiciliari con l'accusa di violenze sui bambini da 6 mesi a 3 anni che accudiva nel nido a casa sua, su facebook scriveva di voler dare amore ai piccoli

Un particolare delle riprese delle telecamere nascoste nell'asilo domiciliare

Un particolare delle riprese delle telecamere nascoste nell'asilo domiciliare

Siena, 18 febbraio 2019 - Dopo l'arresto della presunta educatrice Patrizia Madotto, 52 anni, originaria di Milano, titolare dell'asilo degli orrori, scoperto dai carabinieri di Siena, in via Carlo Pisacane a Siena, continuano le indagini da parte dei militari del Nucleo dell'Ispettorato del Lavoro per chiarire la vicenda dell'autorizzazione del 'nido domiciliare' da parte del Comune di Siena, visto che la donna risulterebbe peraltro con precedenti penali per maltrattamenti.

"A casa dalla Tata di Tata Patrizia", questo il nome dell'asilo privato destinato ad accogliere bambini dai 3 mesi ai 3 anni, risulta autorizzato come 'servizio educativo in contesto domiciliare'. Così su una pagina di Facebook Patrizia Madotto presentava la sua attività: "Sono un'educatrice filo-montessoriana, mamma (e vedova) di tre figli da me cresciuti con grande senso del dovere. Ho scelto di diventare una tata perché vorrei continuare a trasmettere il mio contributo educativo e di amore a tutti i bimbi che avrò il privilegio di poter accogliere nel luogo in cui abito. Accolgo prevalentemente bimbi dai 3 ai 36 mesi, mattina e pomeriggio. Gli orari sono flessibili e personalizzabili secondo le esigenze delle famiglie e i costi contenuti. Questo progetto, da me scritto nel 2006, finalmente nel 2018 trova la sua piena realizzazione proprio perché, come il motto al quale da sempre mi ispiro, 'volere è potere'. Attualmente - precisa Madotto - è l'unico nido domiciliare a Siena che utilizza un sistema di connessione in real time con i genitori che facilita fortemente la comunicazione laddove sarebbe impensabile poterla avere". 

FOTO E VIDEO ARTEFATTI - E per rassicurare i genitori la donna inviava loro su whatsapp foto e video artefatti che ritraevano i bambini sereni impegnati mei giochi.  Agli stessi genitori, secondo quanto si apprende da fonti investigative, peraltro veniva vietato di entrare nell'asilo domiciliare «per motivi igienici» e quando andavano a riprendere i figli dovevano comunicare l'arrivo tramite un messaggio Whatsapp all'educatrice. Così la donna aveva tutto il tempo di tranquillizzare i bambini che piangevano, cambiar loro i pannolini o occultare eventuali segni di maltrattamento. Alla donna ogni giorno venivano affidati da cinque a dieci bambini piccolissimi, da 6 mesi a 3 anni, e i genitori dovevano pagare una retta mensile di 600 euro o una tariffa oraria di 7 euro. 

IL COMUNE DI SIENA - Il Comune di Siena "si è immediatamente coordinato con le forze dell'ordine, per evitare sovrapposizioni o fraintendimenti nell'ottica della massima efficienza e collaborazione per la verifica degli atti lamentati". Lo precisa una nota "a seguito della notizia di presunti problemi all'asilo nido domiciliare aperto dall'educatrice cinquantaduenne attualmente agli arresti domiciliari". Il Comune di Siena "monitorerà attentamente gli esiti delle indagini e, nei limiti della propria competenza, prenderà tutti i provvedimenti necessari ove accertate l'esistenza di violazioni di legge".