Accoltellò autista del bus. Il giudice: «Lo Stato non è responsabile civile»

Il difensore dell'ivoriano chiede perizia pischiatrica per chiarire se è capace di intendere e volere

Il pm Natalini

Il pm Natalini

Siena, 12 gennaio 2018 - NIENTE da fare. Lo Stato italiano non può essere chiamato in causa come responsabile civile nel processo che vede parte offesa l’autista di Tiemme Alessandro Martini, accoltellato a Santa Colomba da un giovane ivoriano. Ad argomentarlo, leggendo ieri la decisione del collegio, in avvio di udienza, il giudice Ottavio Mosti. Ha rigettato l’istanza presentata dall’avvocato Daniele Bielli, che assiste l’autista. Perché, tra l’altro, la responsabilità penale è personale. Una richiesta che, al di là del valore che rivestiva nel processo, pone gioco forza l’attenzione sul problema dei migranti e della lunghezza delle procedure per sapere se hanno diritto o meno a ricevere la protezione internazionale. E a restare nel Paese. Di questo si parlava ieri in aula, a margine dell’udienza. A cui era presente Martini insieme alla moglie. «Voglio esserci, è una vicenda che ha inciso profondamente sulla mia vita», dice prendendo posto accanto al suo avvocato.

LEGGI IL SERVIZIO NEL GIORNALE IN EDICOLA