Aumenti e inchieste, vite parallele del Monte

Mentre la Banca procede velocemente verso l’operazione da 2,5 miliardi, a Milano si riaccendono i riflettori sui casi derivati e Npl

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SIENA

Si riparte con i percorsi paralleli nelle vicende della Banca Monte dei Paschi. Da una parte le missioni all’estero, prima a Londra e poi, forse, negli Stati Uniti dell’ad Luigi Lovaglio, per convincere gli investitori internazionali a scommettere sulla rinascita della banca più antica del mondo. Dall’altra ci sono le vicende giudiziarie, la riaccensione dei riflettori sulle inchieste di Milano e in particolare su quella per gli accantonamenti dei crediti deteriorati e delle rettifiche a bilancio. Che ha registrato come novità, l’avviso di conclusione indagini e la potenziale riduzione degli indagati da 10 a 5: gli ex presidenti Mps Alessandro Profumo e Massimo Tononi, l’ex ad Fabrizio Viola, l’ex dirigente Arturo Betunio e la Banca, indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Tra le cose rimaste in un angolo dell’assemblea ci sono due aspetti collaterali: l’approvazione della relazione finanziaria semestrale, dalla quale emerge un utile di 96 milioni e 965 mila euro, destinati alla copertura delle perdite complessive. E la riduzione del capitale sociale della banca, a copertura delle perdite, che si attesta ora a 4 miliardi 954 milioni e 119.492 euro. Per questo si potrebbe parlare di una sorta di Ipo, di nuova quotazione in Borsa alla luce dell’aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro. Che partirà, presumibilmente, il 7 ottobre con il raggruppamento delle azioni ordinarie nel rapporto di 100 esistenti in una nuova azione. Lunedì 17 ottobre lo stacco dei diritti di opzione, con l’aumento di capitale che va chiuso entro il 12 novembre per poter fare gli esodi incentivati entro il 30 novembre. Inutile appigliarsi alla mancata autorizzazione della DgComp: alla Commissione Ue non tocca autorizzare gli aumenti di capitale, ma la proroga della permanenza dello Stato tra gli azionisti del Monte. Il 2 agosto è arrivata, il 2 settembre il disco verde Bce sull’aumento.

Passando alle inchieste milanesi, ritorna a parlare l’avvocato Paolo Emilio Falaschi, protagonista di tutti i processi sul Monte. "Come ha fatto Bivona - dice il legale - scriverò una lettera al presidente della Corte d’Appello di Milano e ai due procuratori Fontana e Cavalleri, affinché venga fissato prima possibile il processo di appello relativo alla condanna in primo grado a sei anni per gli ex vertici Profumo e Viola. La sentenza è datata 15 ottobre 2020, sono passati due anni. Per quanto riguarda il filone d’inchiesta sui crediti deteriorati, chiederò ancora che il Monte impugni le due transazioni con Nomura e Deutsche Bank che con 150 milioni di euro hanno evitato possibili contestazioni per gli 11 miliardi di npl".

E’ un chiodo fisso dell’avvocato Falaschi. Ora i 5 indagati hanno 20 giorni di tempo per le memorie difensive, l’udienza per l’eventuale rinvio a giudizio potrebbe essere fissata entro ottobre. Ma anche il procedimento per i crediti deteriorati, così come il processo d’appello sui derivati è sotto la spada di Damocle delle elezioni del Csm. Sono in calendario domani e dopodomani per la componente togata del Consiglio: Roberto Fontana, pm nelle inchieste Mps, è tra i candidati.

P.D.B.