"Troppi asintomatici, il pre-triage non serve"

I timori di Giovannini, dg del Policlinico. "Ricoveri in aumento dopo i numeri sui contagi. Possiamo curare anche 100 pazienti"

Valter Giovannini, direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria delle Scotte

Valter Giovannini, direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria delle Scotte

Siena, 29 ottobre 2020 - Il fatto che fosse stato lui , Valter Giovannini, direttore generale del Policlinico Le Scotte, a suonare l a sirena d’allarme , ha portato ai li velli di guardia l a preoccupazione d ei senesi. Nei mes i caldi della pand emia Giovannini aveva sempre usato toni pacati, moss o dalla priorità d i mettere in sicur ezza l’ospedale e poi pensare a curare i malati . "Sono preoccupato, per questo ho ric ostituito la bolla Covid - replica il direttore generale - coinvolgendo i grandi professionisti del poloclinico . Come in primavera ci sono tutte le competenze, internisti, reumatologi, pneumologi, rianimatori. Ci sono tre aree, l’ordinaria, la subintensiva e l’intensiva. Più aumenta la complessi tà, più crescono i pazienti". Perché è più difficile oggi mettere in sicur ezza l’ospedale? "Perché a febbraio-marzo avevamo di fronte i sintomatici, l’area pre-triage era in grado di selezionare i malati e dividere i pazienti Covid dagli altri. Oggi due terzi dei contagiati non hanno sintomi, non li puoi individuare in fretta e possono entrare nel Policlinico. Anche i nostri professionisti possono essere veicoli di contagi". Il virus si è fatto più subdolo? "E’ rimasto lo stesso, ma molte infezioni che stiamo registrando sono in ambienti esterni, con bassa densità virale, Ci sono più giovani che anziani, per questo le condizioni favorevoli di paucisintomatici o senza sintomi. Così puoi trovarti di fronte positivi, senza che i meccanismi tradizionali possano individuarli". Per questo alle Scotte i ricoverati sono già 53, il picco raggiunto in primavera? "Sì, è per questo. Ma in terapia intensiva sono 3 ricoverati. Finora i pazienti sono più giovani, hanno capacità di recupero. Chi ha difficoltà sono i pazienti più anziani". I 4 morti di Covid al Policlinico finora sono anziani. Quali sono le cure per i ricoverati? "Ci sono diversi gradi di terapie, divisi tra sicurezza e qualità. E’ il mix di farmaci che usavamo anche prima, sui quali tutta la scienza medica converge". E’ preoccupato per il focolaio di contagi di Arezzo? "A me fa paura una cosa. I ricoveri di oggi sono il frutto dei contagi di 15-20 giorni fa, quando in Toscana eravamo sugli 800 casi. Mi domando cosa accadrà quando arriveranno i sintomatici ’figli’ dei 2mila casi di adesso". Ci sarà un balzo rispetto ai 53 ricoverati di oggi? "Non mi preoccupa curare 50 malati, ma bisogna fare le proiezioni su quanti ne arriveranno tra una o due settimane, con l’esplosione dei contagi. Abbiamo già dato l’ordine di assumere altri 50 infermieri. Ma è il futuro che mi preoccupa". Cosa pensa della richiesta di aumentare gli ospedali Covid e di destinare anche Campostaggia alle cure antivirus? "Non posso permettermi di suggerire alternative alle Scotte. E’ evidente che toccherà alla Regione risolvere il dilemma. Avremo sempre più casi, il freddo porta le persone a chiudersi, la carica virale aumenterà e ci saranno pazienti più gravi con l’innalzamento dell’età media. E’ questo mix che mi fa paura". C’è qualche rimedio? "Spero nell’estate di San Martino, nel sole che porta a stare più in ambienti esterni e a ventilare di più gli spazi". Qual è il tetto massimo di ricoverati Covid al Policlinico? "Posso arrivare anche a 100 degenti, ma dovrei espandermi dentro l’ospedale e ridurre le attività. Finora non ho ridotto nulla, né fermato nessun accesso per i malati. Ma se i numeri cresceranno, dovremo prendere le contromisure, programmando il nostro ospedale. Ma le assicuro che non mancherà mai né un posto letto né una cura per i malati che entrano al Policlinico".