Siena, 31 dicembre 2018 – «Arturo Pratelli! Arturo Pratelli!» Così gli amici dei ‘Boys’ del Siena hanno accolto l’uscita della bara dalla chiesa della Santissima Annunziata, colma fino all’inverosimile. E una folla è dovuta restare fuori, tanti erano gli amici venuti per l’ultimo addio a quel ragazzo di 17 anni ucciso da un pirata della strada che ora si trova in carcere a Rovigo. I ‘Boys’ hanno esposto lo striscione che molte volte anche Arturo aveva srotolato con orgoglio. Commovente, poi, la ‘sciarpata’ dei bianconeri per rendere omaggio a uno di loro.
Strazio. Lacrime, tante. Commozione. Ed un silenzio che da solo ha reso tutto il dolore di una tragedia capace di segnare la città. Alle 9,30 la bara avvolta nella bandiera dell’Aquila, sopra la sciarpa della Robur, è stata portata in Piazza del Campo per l’ultimo saluto a Siena, dalla Costarella. Il corteo funebre ha risalito via di Città. Davanti il monturato dell'Aquila con la bandiera abbrunata, quindi il carro funebre ed i familiari storditi dal dolore. Gli amici, tantissimi, tutta la Contrada. Anche il sindaco Luigi De Mossi si è unito a loro. La presidente della Robur Anna Durio, particolarmente vicina alla famiglia, l'ex allenatore bianconero Morgia, i dirigenti e i ragazzi del ‘Berardenga’. E una marea di giovani, compagni di scuola e contradaioli.
Don Flavio Frignani, correttore dell’Aquila, ha invitato a stringersi nella chiesa per far entrare più persone possibile. Non volava una mosca, soltanto il fruscio dei fazzoletti e le lacrime sui volti. «Silenzio e vuoto... Non si accetta che i genitori seppelliscano il figlio 17enne», le parole del sacerdote a cui il padre del ragazzo, Vincenzo, ha chiesto di celebrare la messa dell’addio. «Ero maestro dei novizi nell’Aquila, Arturo, quando sei nato. Ricordo che il babbo mi chiamò per mettere la bandiera fuori». Poi l’invocazione: «Signore insegnaci la speranza, ora non ce la facciamo. Questa è una morte assurda», aggiunge.
«Non smettere di girare la bandiera e di giocare a pallone», il messaggio commosso degli amici. «Sei la stella più bella», così i ragazzi di Sovicille con cui Arturo condivideva le sue avventure. Poi la ‘carezza’ alla famiglia nella lettera del sindaco di Sovicille Giuseppe Gugliotti, che non ha potuto essere presente. “Sarai con noi quando vinceremo il Palio“, ha detto fra le lacrime una ragazza del suo gruppo in Contrada. Commosso il priore dell’Aquila Fiamma Cardini, come tutto il suo popolo. Ma c’erano in chiesa, tra gli altri, il capitano della Pantera Claudio Frati e l’ex dirigente plurivittorioso della Selva Roberto Marini.