"Anticorpi Tls, una speranza contro il Covid"

Il vicepresidente del Consiglio regionale Scaramelli ha presentato il libro ’Chiudi la finestra’: "Fondamentale la chiamata di Rino Rappuoli"

Migration

"La Toscana deve accelerare sulla sperimentazione degli anticorpi monoclonali, soprattutto in vista dell’incontro tra i direttori generali delle Asl e i medici di famiglia. E’ necessario reperire 120 pazienti positivi per testare la possibile cura". E’ il messaggio che arriva forte e chiaro dalla presentazione ieri a Chiusi del libro ‘Chiudi la finestra’, scritto dal vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Scaramelli, per raccontare l’impatto personale e della famiglia con il Covid. Introdotto dal caporedattore de ’La Nazione’ di Siena, Pino Di Blasio, e affiancato dallo scienziato Rino Rappuoli, Scaramelli ha raccontato il dramma vissuto i primi giorni di marzo del 2020, quando la pandemia iniziava a entrare nelle vite delle persone, senza che esistesse alcun antidoto. Improvvisamente il consigliere regionale di Italia viva e la sua famiglia si ritrovano tra i primi malati di Coronavirus. L’unico escluso è il piccolo Lorenzo.

"Non era piacevole dire di essere malati. Ma sono un personaggio pubblico, era giusto farlo, ma non banale – ha spiegato Scaramelli –. Tenendo chiusa quella finestra il più piccolo di casa voleva farsi carico di proteggere tutta la famiglia. Siamo stati tra i primi tamponati, i primi a isolarci, i primi a donare il sangue per la sperimentazione degli anticorpi monoclonali".

L’autore non ha dubbi: "Oggi ricordarlo e scriverlo è stato importante, quasi terapeutico – ha sottolineato –. Una volta guarito è stato straordinario aprire quella finestra e donare il sangue per la sperimentazione del farmaco creato a Siena grazie a Tls e a Rino Rappuoli". E proprio Rappuoli ha segnato la svolta, interrompendo con la sua telefonata lo scorrere lento delle settimane: "Quando ho sentito la voce di Rino dall’altro capo del telefono ho ricominciato a sperare – ha detto Scaramelli –. Mi ha chiesto di donare il sangue per aiutarlo nel progetto sugli anticorpi monoclonali. Per questo gli ho chiesto di firmare la prefazione del libro".

Da parte sua, Rappuoli ha evidenziato: "Sono stato stupito dal dialogo con Scaramelli. Aspettavamo tutti che guarisse. È stata un’esperienza che ho vissuto da lontano, quella di una famiglia che si trovava coinvolta nella pandemia fin dal suo inizio. Adesso sembra che sia tutto finito, che ci siamo dimenticati di ciò che è successo – le sue parole –. Ecco però che il libro ferma nella memoria quanto è accaduto e quanto dovremmo tenere sempre ben presente. Questa infezione, difficile da affrontare, nel libro viene raccontata in modo gentile ed educativo, lanciando a tutti però l’invito a non sottovalutarla".