L’anello magico che sbanca Las Vegas. "Basta indossarlo per toccare a distanza"

Weart, l'invenzione senese che conquista il Ces, la fiera sulle tecnologie

L’anello che trasmette la sensazione del tatto, creato dal Sirslab

L’anello che trasmette la sensazione del tatto, creato dal Sirslab

Siena, 12 gennaio 2019 -  La tecnologia  accorcia sempre di più le distanze e continua a rispondere all’esigenza umana di comunicare sempre meglio. Pensiamo se durante una videochiamata con qualche nostro parente lontano, riuscissimo anche a percepirne il tatto, a ‘toccarlo’ con una carezza o un abbraccio. Oppure se, comprando online, davanti a un bel vestito fossimo capaci di capirne anche la consistenza, il calore. Sarebbe incredibile e forse difficile da immaginare. Eppure è possibile. Dopo il famoso sesto dito, dal Sirslab (Siena robotics and systems lab) arriva un’altra incredibile invenzione: un anello capace di trasmettere la sensazione del tatto da una persona all’altra o di ricrearla, se associata a film, musica, videogiochi o alla realtà virtuale o aumentata, amplificando in questo modo le percezioni sensoriali.

Si chiama Weart (wearable robotic tecnology) ed è nata dalle menti del professor Domenico Prattichizzo, Guido Gioioso e Giovanni Spagnoletti ed è stata sviluppata in collaborazione con e-Novia. La tecnologia made in Siena è stata presentata al Ces di Las Vegas, la maggiore fiera mondiale dedicata alla tecnologia e all’innovazione, riscuotendo un enorme successo. Ma come funziona esattamente? «L’oggetto presentato è un prodotto fatto da due parti, entrambi portatili – spiega il professor Prattichizzo –. Un anello, appunto, e l’altro può essere qualcosa che si indossa, a sua volta un anello, o un telecomando da tenere in mano o da montare dietro la cover del telefono dove cade sempre il nostro indice. Questi due oggetti digitalizzano l’interazione tattile. Funziona come per microfoni e casse: un oggetto registra ruvidezza, temperature e pressioni, l’altro li trasmette a distanza con un sistema che restituisce la sensazione riproducendola sulla pelle. Posso anche registrarla e vederla in un altro momento».

Il mercato è enorme. Gli ambiti di applicazione possono essere innumerevoli: da azioni più semplici e quotidiane, come può essere una telefonata, ad ambiti più complessi come la realtà aumentata. «Uno dei mercati principali può essere quella della vendita online dei tessuti – continua il professore -. Con Weart sarà possibile farsi un’idea del materiale che vediamo, in termini di consistenza, vibrazione e calore appunto. E questo vale per ogni tipo di oggetto». «La soluzione si presta, oltre che al mondo della comunicazione, anche ad applicazioni legate all’intrattenimento - spiega Ivo Boniolo, chief innovation officer di e-Novia -. Le percezioni tattili andranno ad aggiungersi a quelle visive e uditive aumentando l’esperienza dello spettatore al cinema, per esempio, o di un ascoltatore di musica o dell’utente di un videogioco». «Per non parlare dell’ausilio che si potrebbe avere in ambito medico – conclude Prattichizzo – applicazioni che vanno dal training alla palpazione dell’addome. Insegnare a fare manovre per verificare la presenza di noduli tumorali, per esempio. Weart può essere utilizzato in tutti i campi applicativi dove il tatto gioca un ruolo importante, per ora ci lanciamo sulla comunicazione».

Teresa Scarcella