Alta velocità, il patto delle Camere "Prima il sì al progetto, poi la sede"

I presidenti Guasconi e Mencaroni spronano i governatori di Toscana e Umbria a firmare un protocollo "Per la stazione chiediamo la soluzione economicamente più utile". Il sostegno del sindaco De Mossi

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di Orlando Pacchiani

Le associazioni di categoria rappresentate dalle Camere di commercio chiamano, ora sta ai presidenti delle Regioni Toscana e Umbria dare una risposta, con un atto formale sollecitato dal mondo economico delle province di Siena, Arezzo, Perugia e Terni. L’ipotesi della stazione dell’alta velocità Medio Etruria, gemella della Medio Padana a Reggio Emilia, si trascina da una decina di anni, tra studi di fattibilità, scaramucce di campanile, accelerazioni e frenate. Ma ora si è aperto uno scenario inedito: la pioggia di fondi Pnrr è stata raccolta anche da Rfi, che ha così liberato risorse dai propri bilanci. E quindi il momento di provare a chiedere quello sforzo progettuale e finanziario a governo e Rfi è adesso, perché il treno Pnrr non passerà una seconda volta. Si parla di 40-50 milioni di euro, se si sceglierà la soluzione intermedia, cioè Creti-Farneta, in provincia di Arezzo ma a due passi dal confine con l’Umbria e soprattutto a pochi chilometri da Terontola.

Già, perché la collocazione è un nodo ancora irrisolto e le Camere di commercio ovviamente giocano sul filo dell’equilibrio senza sbilanciarsi ufficialmente: sebbene l’iniziativa comune sia di per sé spia di una possibile convergenza sulla baricentrica Creti-Farneta, rispetto a Chiusi-Montallese nel senese e Rigutino-Arezzo nell’aretino (oltre a Saragiolo-Bettolle su cui insiste il vice presidente del Consiglio regionale Scaramelli). "Chiediamo la soluzione economicamente e tecnicamente più vantaggiosa – afferma Giorgio Mencaroni, presidente dell’ente camerale umbro – ed è ovvio che preferiremmo la sede per noi più facilmente raggiungibile. Ma devono essere i livelli più alti a cogliere la sollecitazione e individuare la proposta migliore".

E Massimo Guasconi, presidente di Siena-Arezzo, è ancora più esplicito: "Intravediamo un pericolo nell’innamorarsi di questa o quella soluzione, è un ostacolo al raggiungimento dell’obiettivo. Prima serve la condivisione dell’idea, senza fughe in avanti o corsa a mettere bandierine. Il mondo economico aspetta risposte concrete". In Umbria, per esempio, non hanno visto di buon occhio la corsa alle firme promossa ad Arezzo a sostegno della soluzione in casa propria, con la logica che scatenare una competizione di sottoscrizioni avrebbe effetti tutt’altro che positivi agli occhi di chi dovrà decidere a Roma.

È anche per questo che il sindaco di Siena, Luigi De Mossi, si pone convintamente nella scia delle Camere di commercio, appoggiando l’iniziativa senza entrare nel merito della collocazione e garantendo "pieno supporto e fattiva collaborazione del Comune. La domanda di mobilità e di accessibilità di queste province deve trovare soddisfazione. L’aggancio al sistema nazionale ed europeo dell’Alta Velocità non è rimandabile e rappresenta una delle più importanti opportunità che il nostro territorio deve cogliere, a qualsiasi costo". Per il capoluogo la sede della stazione rappresenta un dilemma non da poco, perché Chiusi-Montallese, oltre a essere in provincia, può essere raggiunta anche in treno, confidando magari in un ammodernamento della linea a binario unico tramite quantomeno la realizzazione di punti di scambio. Creti-Farneta sarebbe invece più vicina via gomma ma comporterebbe appunto la necessità di integrare le due modalità di spostamento, sfumando i vantaggi della rotaia. Ma se la massa critica è davvero quella con l’Umbria e quindi il riferimento a un bacino di utenza di 1,5 milioni di abitanti, 200mila imprese con 600mila occupati, dieci milioni di turisti, ecco che l’opzione "per noi più facilmente raggiungibile" individuata dal presidente Mencaroni assume le sembianze di quella mediana e cioè Creti-Farneta.

"Una nuova stazione – ha aggiunto Mencaroni – può produrre un incremento del Pil del 10 per cento per le aree limitrofe". Oltre alla sollecitazione ai presidenti di Regione affinché producano un atto formale condiviso, si guarda anche alla politica in generale. "Ci saremmo aspettati più attenzione sul tema infrastrutturale in campagna elettorale – ha affermato Guasconi –, serve immediatezza per cogliere l’opportunità, mostrando piena condivisione da parte di tutti i soggetti coinvolti". Ma intanto, chiedono le categorie, Eugenio Giani e Donatella Tesei, presidenti delle due Regioni, dovrebbero mettersi intorno a un tavolo e sottoscrivere un protocollo per sollecitare la progettazione dell’opera. Sarebbe un primo passo considerato fondamentale.