Al Monte dei pegni per fronteggiare la crisi Porta un dente d’oro per aiutare figlio e nipote

Sono più le donne che si rivolgono alla filiale di Siena, molte anche della Valdichiana. L’età? Soprattutto over 50. Vengono accettati oggetti preziosi, perle e diamanti. Nel 2020 operazioni in calo: 607 rispetto alle 968 dell’anno prima

di Laura Valdesi

Storia struggente, quella di una vedova che si è rivolta al Monte dei Pegni. Racconta le nuove emergenze della crisi economica causata dalla pandemia ed il ruolo di ancora sociale che svolgono gli anziani. La donna è avanti con gli anni. Ha solo la pensione di reversibilità del marito ma quando il figlio, a causa dell’emergenza sanitaria, torna a casa con lei portando dietro moglie e figlio, non si oppone. Li accoglie. Non sa però come far fronte alle spese, il denaro non basta. Allora bussa alla porta del Monte dei Pegni. Pensa di lasciare l’anello che il marito scomparso le aveva regalato per il fidanzamento. Ma non ce la fa a separarsi da quel dono che le accende il cuore anche solo accarezzandolo con lo sguardo. Preferisce depositare un dente d’oro, che era comunque appartenuto a suo padre, per avere gli euro che servono per tirare avanti ora che sono in quattro.

Un episodio capitato di recente ma in tanti anni di attività le storie e gli aneddoti di chi si è rivolto al Monte dei Pegni non si contano. E proseguono anche in questi mesi difficili, sebbene nel 2020 si sia registrato un calo dei nuovi prestiti. "Fino a due anni fa il trend era decisamente in aumento, un po’ perché il Monte dei Pegni rappresenta l’ultima possibilità prima dei compro-oro per avere liquidità immediata, un po’ perché spesso si ricorre al pegno solo per qualche giorno, per avere pochi soldi necessari ad arrivare a fine mese, senza dover rinunciare definitivamente ai beni", analizza il trend Alessandro Faienza, generale manager Area territoriale Toscana di Banca Mps. "Ultimamente, però, stiamo riscontrando un fenomeno in controtendenza registrando un calo di nuovi prestiti. Nel 2019 sono state effettuate 968 operazioni di pegno – evidenzia ancora Faienza –, nel 2020 sono scese a 607". Quali le motivazioni? "Possono essere molteplici, difficili da esplicitare, perché c’è sempre una certa resistenza da parte dei clienti nel raccontare i disagi. Nei giorni del primo lockdown un numero contenuto di famiglie ha sentito il peso della mancanza di denaro o del lavoro perché, anche grazie alla solidarietà e alle misure messe in atto dallo Stato o dagli enti locali, molti sono riusciti a superare le difficoltà del momento. Ma proprio durante la pandemia – evidenzia ancora Faienza – abbiamo visto la nascita di nuove situazioni di povertà. Persone che alla fine del lockdown non hanno recuperato il lavoro e si sono ritrovate a fare i conti con una nuova vita di difficoltà, persone che preferiscono vendere il proprio oro anziché impegnarlo, ricavandone molti più soldi".

Nella filiale di Siena vengono accettati soltanto oggetti di oreficeria in oro, per esempio collane, orecchini, anelli e orologi. Ma anche perle e diamanti. Il valore medio dei beni dati in pegno si aggira intorno ai 1200 euro. Quando vengono venduti all’asta, il valore massimo di un lotto relativo ad un unico cliente non può superare i 10mila euro. Ma chi si rivolge al Monte dei Pegni? Il quadro è abbastanza omogeneo. Generalmente le persone orbitano fra le province di Siena e di Grosseto ma anche in Valdichiana. Le donne rappresentano circa il 60% del totale. Molte sono over 50, anche se qualche volta capitano persone giovani. Gli stranieri rappresentano il 25% di chi usa il servizio. Per quanto riguarda gli acquirenti, quando non si è in grado di riscattare il proprio bene, l’età media è fra i 45-65 anni, il 75% sono uomini ed in larghissima maggioranza italiani. Di solito è gente normale quella che si rivolge al Monte dei pegni mentre chi partecipa alle aste nel 70% dei casi nella vita fa il compro-oro oppure l’orefice.