Prese la moglie a martellate: condanna a nove anni per tentato omicidio

Per l'uomo anche 3 anni in libertà vigilata

Giuseppe Giglietti

Giuseppe Giglietti

Quarrata (Pistoia), 14 giugno 2019 - Nove anni di reclusione più tre anni di libertà vigilata una volta espiata la pena. Esclusa l’aggravante di aver agito per futili motivi. E’ questa la sentenza con cui il tribunale di Pistoia ha condannato Giuseppe Giglietti, 79 anni, per tentato omicidio. Per aver colpito a martellate sulla testa la moglie Vincenzina Russo, di 79 anni, dopo un litigio avvenuto in casa, a tavola, subito dopo pranzo, il 14 novembre del 2017, a Catena di Quarrata.

La sentenza, pronunciata ieri mattina dal presidente del collegio dei giudici, Stefano Billet, è arrivata al termine di un processo molto combattuto e dove un ruolo fondamentale, oltre le testimonianze, oltre la dettagliata ricostruzione dei drammatici fatti, è stato giocato dalla seconda perizia psichiatrica chiesta dal pubblico ministero Claudio Curreli, che aveva diretto le indagini dei carabinieri, e che il tribunale aveva affidato al neuropsichiatra di Lucca Pietro Pietrini.

Ne era emerso il ritratto di una persona lucida e ben presente a se stessa, anche nell’immediatezza dei fatti, e la totale assenza di quel delirio di gelosia (il cosiddetto deliroide) sulla quale la difesa aveva contato, unito a uno stato confusionale che, secondo il difensore dell’imputato, l’avvocato Teresa Carillo di Prato, avrebbe compromesso la sua lucidità unito, sempre secondo la difesa, ai possibili effetti collaterali dovuti alle benzodiazepine che Giglietti assumeva all’epoca. Tutti elementi che l’avvocato Carillo farà sicuramente valere in appello.

Ma su tutto questo, a convincere i giudici, in attesa delle motivazioni della sentenza, la linearità dell’azione: il litigio per questioni di gelosia, alcune parole scatenanti e poi l’arma, il martello che Giglietti era andato a prendere nella sua capanna degli attrezzi prima del pranzo, che aveva nascosto sotto la giacca (che non si era tolto per pranzare), e che poi aveva estratto mentre la moglie era ancora seduta a tavola, colpendola alle spalle, sulla testa, provocandole gravi ferite. Giglietti non aveva perso nè lucidità nè consapevolezza dopo l’aggressione, aveva chiamato la figlia spiegandole cosa era accaduto e poi si era praticamente consegnato ai carabinieri di Quarrata, poco dopo, mostrando ai militari dove aveva preso il martello.

Giglietti, che è originario di San Casciano dei Bagni, in provincia di Siena, viveva, con la moglie, a Catena di Quarrata. Adesso si trova agli arresti domiciliari in una struttura della provincia di Lucca. La moglie si era costituita parte civile assistita dall’avvocato Tommaso Magni del foro di Prato.

Lucia Agati