Aggiungi un posto in piazza per poter riaprire Le strategie per aiutare i ristoranti senesi

L’assessore al commercio Tirelli: "Faremo di tutto per confermare quanto concesso nel 2020, prorogando fino al 31 dicembre le misure"

protesta ristoratori

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Riapertura, ripartenza, sono parole che donano sollievo. Bisogna ammetterlo: in questi giorni nel leggere della possibilità di mangiare al ristorante, anche a cena, la sensazione comune è stata quella di un piacevole ritorno alla libertà e alla normalità e viene quasi spontaneo credere che sia così per tutti, anche per gli stessi ristoratori. Ma è veramente così semplice? Basta dire "riapertura" e con uno schiocco di dita si ritorna alla quotidianità che ricordiamo? Come se nulla fosse? Non proprio. O almeno lo è per chi si siede ad un tavolo e ordina, ma non per chi dà da mangiare.

"Come al solito ancora non si sa nulla con certezza, a parte quello che apprendiamo dalla stampa" afferma Francesco Fagnani, titolare di Bagoga. E stando a quanto è emerso dalla prossima settimana e fino al 1° giugno il colore giallo significherà ristoranti aperti a pranzo e a cena, ma fino al rintocco delle 22 e all’aperto. Sulla flessibilità di quest’ultimo punto ancora non si hanno molte certezze da parte del Governo, ma in ogni caso è un dettaglio che inevitabilmente penalizza chi non ha spazio esterno o chi ne ha poco. Come Andrea Stopponi di "San Desiderio" per esempio: "Fuori abbiamo 10, 12 coperti con tutto che il Comune ci concede l’allargamento del suolo pubblico nel vicolo delle Campane – spiega –. Riaccendere la macchina per questi numeri non so quanto mi convenga. Tra richiamare i dipendenti, comprare materie prime e le bollette di luce e gas, è una decisione difficile".

L’amministrazione comunale, però, sta pensando di riservare, a chi ha poco spazio esterno, alcune zone della città da sfruttare compatibilmente con la viabilità: "Come la Fortezza, piazza S. Francesco o piazza Jacopo della Quercia – spiega l’assessore al commercio e turismo Alberto Tirelli – faremo di tutto per cnnfermare quanto già concesso nel 2020, prorogandolo fino al 31 dicembre, e studiare ulteriori misure".

Il poco spazio esterno, è una condizione che accomuna molti ristoranti senesi, così come la convivenza, da sempre difficile, tra tavoli e traffico che caratterizza molte vie, tra cui Camollia. "Ne abbiamo già parlato con il vicesindaco Corsi e pare che ci concederanno la chiusura serale della strada come lo scorso anno, e quella diurna durante il weekend – racconta Enzo Parri, del ristorante ‘da Enzo’ -. In 40 anni di attività ho messo per la prima volta i tavoli fuori lo scorso anno, ma i miei clienti non ci volevano mangiare a causa del passaggio di motorini".

Pare che però non ci sia molta scelta, almeno per il momento. "Si riaprirà per forza di cose – conclude – ma la vedo dura".

"E se piove?" chiedono gli esercenti. Scenario plausibile visto questo mese di aprile che sa di marzo, con le temperature che ancora non invogliano più di tanto a mangiare all’aperto. "Saremmo costretti a mandare via i clienti o a farli entrare rischiando una multa". "Mi sembra una grande presa in giro – commenta senza giri di parole, ma edulcorando, Michele Vitale, proprietario del ristorante ‘da Michele’ – sono regole limitanti sia per noi che per i clienti. Piuttosto aumentate i controlli e fateci aprire a pieno regime, ma a metà non ha senso. Io sono fortunato perchè lavoro molto con l’asporto e le consegne a domicilio, ma chi è stato chiuso fino ad oggi come fa a ripartire per così poco?". Come per esempio Bagoga, che però potrà contare su un numero nutrito di posti a sedere: "Per fortuna il comune ci ha concesso 6 tavoli in più rispetto al normale – spiega Fagnani – arriveremo così ad avere 30 coperti all’esterno". Ma il nocciolo è per tutti il solito: basterà ad andare avanti? "Dopo un anno nulla è cambiato, anzi è anche peggio".

Teresa Scarcella