Addio ai poster Bastano i post

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I pannelli metallici per ospitarli sono stati montati solo da poco e anche questo è il segnale che la vecchia propaganda diretta lungo le strade non paga più come un tempo, nell’era del martellamento social. I primi manifesti iniziano ad apparire in questi giorni, nei prossimi gli spazi si popoleranno di volti e slogan (anche se probabilmente non si esauriranno, come accade da tempo). Comparirà anche qualche 6x3, i "manifestoni" che spesso sono oggetto di qualche sfregio, come le cronache riportano a ogni tornata. La mitologia degli attacchini elettorali (e di qualche baruffa tra spazzoloni e colla) è sempre più sbiadita, mentre impazzano i social media manager, i produttori di contenuti per le connessioni internet per tutte le età, dagli "sponsorizzati" su Facebook, ai video su Tik Tok per rincorrere i più giovani, ai gruppi Whats’App dedicati agli appelli al voto.

Con una certezza, ormai consolidata: il famoso silenzio elettorale della vigilia dell’apertura delle urne, che vale per i prodotti editoriali, sarà anche quest’anno abbondantemente violato sul web, in assenza di regole e soprattutto penali. E quindi il 24 e 25 settembre, oltre a quei pochi manifesti reduci lungo le strade, di certo saremo invasi di propaganda sui social.

O.P.