Se l’uomo è disposto a ricorrere alla guerra per il controllo del petrolio e delle terre rare, è da immaginare quello che può fare per una risorsa indispensabile come l’acqua. Viene definita "oro blu". Da sempre nella storia ci sono state guerre per questo motivo, spesso scoppiano per altre cause però il controllo dell’acqua ne è comunque una componente fondamentale.
Ma le previsioni ci dicono che i conflitti per il controllo idrico, su scala mondiale, sono destinati ad aumentare. Perché? Per una serie di ragioni che si possono riassumere in un’unica, tragica verità: di acqua dolce ce n’è sempre meno. Ma vediamo nel dettaglio queste ragioni. La prima è che questa è distribuita nel mondo in modo disomogeneo. La seconda ragione è che le zone con scarsità d’acqua si stanno estendendo. In Europa il problema è meno grave, mentre è molto più sentito nei continenti africano e asiatico, e si sta intensificando: il Sahara si espande, rendendo desertiche molte zone prima coltivabili. Nei paesi africani è normale vedere donne e ragazzi camminare per chilometri per portare a casa una tanica di acqua, spesso non troppo pulita e destinata a durare molto poco. L’ “Agenda 2030” al punto 6 ha come obiettivo di garantire acqua pulita e servizi igienici per tutti. Secondo noi sarà difficile farcela, poiché abbiamo letto da fonti ONU dei dati che ci hanno lasciato meravigliati e molto preoccupati: attualmente nel mondo quasi un quarto della popolazione utilizza fonti di acqua contaminate da escrementi. Ogni giorno, circa 1000 bambini muoiono a causa di malattie intestinali legate all’acqua e alla mancanza d’igiene. Per noi è difficile credere a questa realtà e accettarla, ma i dati sono dati. La scarsità di acqua colpisce più del 40% dell’umanità, ed è una percentuale in aumento, visto che entro il 2050 si prevede il raddoppio della popolazione africana. Questa situazione porta inevitabilmente a contendersi l’acqua attraverso guerre e conflitti. Da un grafico pubblicato da Humane World Magazine sulle guerre per l’acqua fra il 1950 e il 2015, risulta che fra il 2000 e il 2009 siano state ben 94, e come stiano progressivamente aumentando: nel solo 2012 erano in atto 35 conflitti, di cui molti in Africa. A causa del cambiamento climatico molte persone abbandonano le loro terre dove sopravvivere è diventato difficile o impossibile e coltivare o bere sono un problema quotidiano. Queste persone sono sempre più numerose e vengono indicate come "rifugiati climatici".