Acea rilancia con la sua multiutility toscana

La holding dei servizi idrici, che ha quote di Publiacqua, Adf, Acque spa e Geal, pronta a partecipare anche alle gare per il gas

Roberto Renai e Pietro Ferrari

Roberto Renai e Pietro Ferrari

La holding Acea, convitato di pietra nel progetto della multiutility toscana che è al centro del dibattito tra i Comuni e le società di gestione dei servizi, non entra direttamente nella questione, ma ribadisce le sue strategie aziendali. Che non collimano con le idee lanciate dai sindaci di Firenze e Prato e discusse anche nell’assemblea di Estra.

"Le nuove sfide post pandemia - è l’incipit della nota di Acea - dovranno passare soprattutto attraverso politiche territoriali illuminate e, in una regione come la Toscana, attraverso operatori industriali come il Gruppo Acea, già presente con società attive nel settore dell’acqua, della depurazione e dei rifiuti. La multiutility svolge, da anni, un ruolo strategico per il territorio, ed è un punto di riferimento, grazie ad importanti investimenti nell’innovazione delle reti idriche e all’efficientamento del ciclo dei rifiuti. Il Gruppo Acea gestisce già, attraverso le partecipate Acquedotto del Fiora, Acque, Publiacqua e Geal, la rete idrica di oltre 150 comuni toscani, nelle province di Grosseto, Siena, Pisa, Arezzo, Prato, Firenze e Lucca, che saranno sempre di più oggetto di investimenti e politiche sostenibili".

Il rilancio degli investimenti come risposta. "In particolare lungo l’asse Grosseto-Siena, Acquedotto del Fiora - scrive ancora Acea - ha consolidato la sua posizione e ha messo in campo un imponente piano di investimenti che, entro il 2031, raggiungerà i 373 milioni di euro destinati a infrastrutture e innovazione per lo sviluppo sostenibile. Nel piano 2020-2024, il Gruppo ha previsto 4,7 miliardi di euro di investimenti di cui 2,1 miliardi saranno impiegati in progetti in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Secondo stime degli analisti finanziari il percorso intrapreso da Acea contribuirà alla crescita del Pil italiano per circa 6 miliardi di euro, generando, nei territori in cui è presente, direttamente o con l’indotto, occupazione per oltre 21 mila persone".

Non citando neanche il progetto di liquidare, con i proventi eventuali di quotazione in Borsa, la partecipazione in Publiacqua che dovrebbe valere sui 200 milioni di euro, i vertici di Acea lanciano il loro modello di holding, ipotizzando alleanze con società dell’energia, come Estra ad esempio. "Una multiutility di livello nazionale come Acea può diventare un esempio di questo nuovo modello di crescita, trasformandosi da semplice gestore delle risorse del territorio a protagonista industriale, non solo in Toscana, per tutti i settori che riguardano l’ambiente, la logistica, il gas e l’energia. Sia come operatore integrato, che come venditore e distributore. Nell’ambito del gas, uno degli obiettivi del piano industriale è la crescita nella distribuzione attraverso la partecipazione a gare su territori rilevanti".

Un messaggio diretto ai naviganti supportato dagli investimenti programmati. "Acea ha lanciato la sua prima emissione di Green Bond, per un importo di 900 milioni di euro, ricevendo richieste pari a oltre 7 volte l’ammontare offerto. Tutti i proventi di questa nuova operazione di finanza ’green’ saranno destinati allo sviluppo di nuovi progetti industriali, a livello nazionale e locale sempre in un rapporto di collaborazione con i territori e gli interlocutori con cui collabora: istituzioni e utilities locali. Nell’approccio alla gestione e al rilancio dei territori la valutazione delle opportunità di sviluppo viene effettuata tenendo conto sia degli interessi industriali, che della responsabilità sociale nei confronti delle comunità"