A Siena il network dell’intelligenza artificiale

In campo 25 gruppi di ricerca in tutte le discipline. Il coordinatore Gori: "I nostri ragazzi vengono ingaggiati prima di laurearsi"

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Il campo di ricerca sull’intelligenza artificiale può diventare una risorsa per il territorio. Non solo in ambito scientifico, culturale, accademico, ma anche in termini di sviluppo. Nasce su questa prospettiva Unis-IA, il network dell’Università di Siena sull’intelligenza artificiale. La nuova rete raccoglie già venticinque gruppi di ricerca, che spaziano in tutte le discipline, dall’ingegneria alla medicina, dalle scienze della vita alle scienze aziendali, marketing, economia, comunicazione, archeologia, didattica. Sinergie per lavorare allo studio e allo sviluppo di applicazioni sui temi dell’intelligenza artificiale, in quella prospettiva che l’Università di Siena sta portando avanti, integrando ricerca e sviluppo con partenariati e laboratori congiunti.

"Sarà un network interno – spiega il rettore dell’università, Francesco Frati – pensato per condividere i problemi della ricerca e studiare assieme soluzioni rese disponibili dall’intelligenza artificiale. Una realtà che potrà offrire un contributo anche ad altri contesti, come il polo tecnologico SAIHUB che è nato di recente". Il campo di ricerca sull’intelligenza artificiale è ormai individuato come una potenziale traiettoria di sviluppo per l’Università di Siena. Ma non solo. I campi di applicazione sono sempre di più, e cresce in modo proporzionale anche la richiesta di competenze e formazione in questo senso. "I grandi investimenti degli ultimi due o tre decenni – spiega Marco Gori, ordinario di sistemi di elaborazione dell’informazione nella facoltà di ingegneria e coordinatore del network – sono andati nel mondo delle tecnologie dell’informazione. Grandi realtà, nate con profili e scopi diversi, come Amazon, Facebook, Google, adesso si contendono i giovani migliori in questo settore. Pensiamo a Tesla e alle sfide sulla guida autonoma, correlate al tema dell’intelligenza artificiale".

Ma sarebbe un errore pensare che temi di questo tipo riguardino solo le grandi aziende. Perché c’è una parte meno visibile, in cui queste discipline trovano applicazione. Questo tipo di tecnologia è infatti il metodo più immediato per incrementare la competitività di un’azienda. "La verità – afferma Gori – è che noi non abbiamo abbastanza studenti da inviare alle aziende che li richiedono. I ragazzi che frequentano i nostri corsi spesso vengono ingaggiati prima ancora di laurearsi. C’è un’esplosione di interesse da parte delle aziende nei confronti di queste competenze. E noi stiamo avviando realtà importanti, con i nostri laboratori in cui le aziende trasferiscono all’università una parte delle loro competenze per collaborare con noi". Ed è una direzione che sta portando a Siena investimenti e interesse, grazie anche a una dimensione, né troppo piccola né troppo grande, che si sta dimostrando ideale per per sperimentare nuove sinergie come quella appena presentata.

"Un’iniziativa aderente a quello di cui il territorio ha bisogno – aggiunge Valter Fraccaro, presidente del partenariato SAIHUB – l’obiettivo che anche SAIHUB persegue è quello di mantenere a Siena le eccellenze e attrarre nuovi capitali". I gruppi che aderiscono alla rete sono sei del Dipartimento di Ingegneria dell’informazione e scienze matematiche, sei del Dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze, cinque del Dipartimento di Scienze sociali, politiche e cognitive, tre del dipartimento di Medicina molecolare e dello sviluppo, uno del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia, uno del Dipartimento di Biotecnologie mediche, uno del dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, uno del Dipartimento di Studi aziendali e giuridici, e uno del Teaching & Learning Center del Santa Chiara lab.

Riccardo Bruni