di CECILIA MARZOTTI
Siena, 17 febbraio 2014 - I «buchi» sono stati trovati anche su quanto dichiarato da dieci atleti che nel periodo 2006 - 2013 hanno indossato la maglia della Mens Sana basket. Secondo gli accertamenti della Finanza avrebbero evaso il fisco e per questo per ciascuno di loro è stata prospettata una multa da un milione di euro. Le prove sarebbero state trovate su alcuni accessi bancari fatti dagli stessi investigatori presso istituti di credito svizzeri e non solo.


La società cestistica era entrata nell’attenzione delle Fiamme Gialle due anni fa quando la crisi non era ancora deflagrata sulla città tanto che il giro di affari della Mens Sana basket era di tutto rispetto. L’operazione «time out» era partita con l’ipotesi di pagamento in nero ai cestisti. Erano stati spulciati libri contabili e i bilanci dal 2006 al 2013. C’erano voluti ben dodici mesi prima che la Finanza notificasse al club campione d’Italia la sua contestazione dopo l’indagine fiscale partita il 17 dicembre del 2012 quando furono eseguite anche diciotto perquisizioni tra la nostra città (i finanzieri entrarono nella sede della società e in private abitazioni), Roma, Milano e Rimini (in quest’ultimo caso furono «setacciate» due società che si occupano di curare l’immagine dei giocatori) sulla base di un’ipotesi di reato quale la «frode fiscale finalizzata al pagamento in nero di emolumenti su conti esteri a noti campioni della stessa società sportiva».


Il giro di affari oggetto della verifica era superiore ai venti milioni di euro e proprio durante questi accertamenti sarebbero emerse anomalie anche su dieci atleti che nel passato avevano indossato la maglia della Mens Sana basket. Ora fonti investigative vicine alla procura dicono che questi stessi giocatori non avrebbero dichiarato quanto realmente percepito durante il loro contratto con la società cestistica e per questo dovranno pagare una maxi multa: un milione di euro ciascuno. Anche in questo caso (così come era stato per la Mens Sana basket quando gli furono mosse le contestazioni relative ad una presunta frode fiscale) gli atleti potranno «difendersi» e portare al vaglio degli organi competenti le loro controdeduzioni. Una volta completato tutto l’iter sapranno quanto realmente dovranno «rendere».


Contemporaneamente va avanti anche la parte penale. Le Fiamme Gialle, infatti, su input del pm Antonino Nastasi stanno facendo ulteriori accertamenti. La procura su questo aspetto tace e altrettanto fanno gli uomini del comando provinciale della Finanza. Si ha la sensazione, comunque, che siano emersi ulteriori elementi nel corso di questi ventiquattro mesi di accertamenti, perquisizioni e lettura dei libri contabili.
L’operazione «Tim out», dunque è tutt’altro che chiusa. Ci vorrà ancora un po’ di tempo prima di vedere i voluminosi fascicoli «varcare» la porta della procura per arrivare sul tavolo di un giudice.