Poggibonsi, 10 febbraio 2014 - La foto, postata su facebook, ha acceso la fantasia e la curiosità di tanti poggibonsesi. Un cartello stradale con il nome di Poggibonsi piantato sulla neve dell’ Antartide, alla stazione Concordia per l’esattezza, una base di ricerca permanente a un’altitudine di 3.220 metri dove quando va bene siamo a 40 gradi sotto zero (ma in inverno si arriva anche a -80°). Chi ce l’avrà messo quel cartello con la scritta Poggibonsi in quello sperduto angolo del mondo abitato soltanto dai (pochi) temerari delle spedizioni scientifiche?

Una domanda che si sono fatti in parecchi in città appena vista quella foto. «E’ usanza di chi partecipa alle spedizioni nella Base scientifica di Concordia, nel sito Dome-C invernali, di installare un cartello che indica la distanza, calcolata con Google Earth, dalla base Concordia alla propria città o paesino di provenienza o residenza – spiega Bruno Epifani, informatico e esperto in telecomunicazione dell’Enea, il quale lo scorso anno ha preso parte a una spedizione in Antartide -. Probabilmente chi ha messo quel cartello è di Poggibonsi».

Come dire, insomma, che il «giallo» continua. Nel cartello stradale in questione c’è scritto che Poggibonsi dista da quel punto del mondo che più freddo non si può 15.275 chilometri. Ora aspettiamo che la persona che ha piantato quel cartello stradale nel ghiaccio dell’Antartide si faccia viva per raccontarci le emozioni e i brividi (in tutti i sensi) di queste spedizioni. Per la cronaca, quella a cui ha partecipato Bruno Epifani, che con le sue parole ha fatto un po’ di luce sul mistero di quella foto su facebook, era composta da nove francesi, cinque italiani e un greco.
Marco Brogi