Siena, 5 ottobre 2013 - Sull'Amiata torna in azione "la banda della borsa".

Dopo il furto di 400 oggetti, firmati "Cèline", portato a termine nella notte di domenica scorsa in una pelletteria di Abbadia, ignoti (forse gli stessi del furto precedente) hanno portato via seicento borse griffate "Prada". La lavorazione non era ultimata e quindi il valore della merce trafugata non è ingente.

I ladri sono arrivati a Casa del Corto dove si trova la ditta "Anna Giov" e hanno segato le sbarre delle finestre di due distinti capannoni che fanno capo alla stessa azienda. Si sono anche preoccupati di ruotare una telecamera, quindi sono entrati all’interno del primo magazzino forzando una finestra che, a loro insaputa, ha fatto scattare l’allarme collegato con la caserma dei carabinieri. Hanno iniziato a caricare le borse non accorgendosi che ancora non erano finite e quindi sul mercato potevano essere vendute meno di cento euro l’una. Se la merce fosse stata completata ogni pezzo avrebbe raggiunto il valore mille euro.

Il piano prevedeva anche di ripulire l’altro magazzino dove si trovavano un consistente numero di borse ultimate, ma i ladri hanno dovuto abbandonare rapidamente il loro "lavoro" perché sul posto è arrivata la pattuglia dei carabinieri allertata dall’allarme. Forse è stato un basista a far allontanare i complici.

Quando i militari sono giunti all’azienda si sono subito accorti che le sbarre di due finestre erano state segate e una aveva i vetri infranti. E' stato chiamato il proprietario perché contasse la merce sottratta.

I carabinieri hanno immediatamente attivato le indagini. E, a quanto è dato sapere, ci sarebbero alcuni elementi che metterebbero in relazione questo furto con quello analogo di pochi giorni fa ad Abbadia. C’è di più. I ladri hanno sì girato una telecamera, ma non hanno avuto il tempo di portar via anche il server come accaduto nel colpo precedente e questo potrebbe essere di aiuto alle indagini. E importanti sono anche le impronte rilevate dalla Scientifica. A fronte dei due furti è stata aumentata la sorveglianza sia da parte dei proprietari delle pelletterie, che dei carabinieri.
 

di Massimo Cherubini