Siena, 15 agosto 2011 - USAVA UN CAVALLETTO, su cui appoggiava una sella, per far finta di essere a cavallo. E galoppare. Arrivava primo, perché correva da solo! Adesso, il sogno accarezzato da bambino, quando viveva con la famiglia a Orosei, in Sardegna, è realtà. «Andrea voleva fare il fantino del Palio, siamo orgogliosi che ci sia riuscito», raccontano papà Giovanni e mamma Elena, appena arrivati a Siena. «Cercava qualcuno che lo introducesse nell’ambiente — è la voce di Bastiano, il suo scopritore —, tramite una ragazza e Francesco Petrazzi fui contattato. Non ero molto intenzionato a confondermi, poi ci siamo trovati alle scuderie dell’Alfea, a Pisa. E in quindici giorni ci siamo accordati dandoci una mano reciproca». Nasce così la storia di Andrea Chessa, il fantino che debutta domani nella Chiocciola sull’esordiente Meremanna. Classe 1983, segno del Sagittario (23 novembre). «Il suo difetto — dice il padre divertito — è semmai di essere troppo silenzioso. Per il resto è un ragazzo in gamba, ha sempre lavorato e fatto di tutto. Quando era ad un colorificio riusciva lo stesso a correre i paliotti, sognando quello di Siena». 

 

Mai dato un problema in famiglia, Andrea. Che non è fidanzato «ma per quanto riguarda le donne chiosa Bastiano — direi che è un fervente praticante». Le sue sorelle, Giuditta e Marta arrivano oggi a Siena per assistere al debutto del loro fratellone. Che ha lasciato presto la famiglia per prendere la patente di fantino delle regolari, è stato anche a Roma. «La passione gliel’ho trasmessa io — confessa il signor Giovani — sarebbe piaciuto molto anche a me montare ma non è stato possibile avere un cavallo. A lui l’abbiamo preso, il primo si chiamava Siria, quando è partito ne aveva ancora un altro che ha dato al cugino». Ascolta musica Andrea, ma l’altra grande passione quando torna in Sardegna è andare a pesca in barca. «Siamo orgogliosi che in due anni ce l’abbia fatta a correre il Palio», concludono i genitori. «Io ne dovetti attendere sei, avevo 24 anni», racconta Bastiano. Che con la sua solita verve conclude: «Andrea è bravo, davvero, solo un pizzico permaloso. Ogni tanto anche se le cose le dici scherzando a volte le prende storte». «Ha confessato — conclude il capitano della Chiocciola Roberto Zalaffi — che dopo la mia telefonata si è messo a saltare per la gioia».
San Marco gli offre l'occasione della vita.