Siena, 30 gennaio 2010 - Mancano pochi minuti a mezzogiorno e in una Piazza semideserta la sorpresa è in arrivo. Non spunta da dietro l’angolo — come vuole il proverbio —, bensì dalla sommità della Torre del Mangia. Uno dopo l’altro, due temerari saltano nel vuoto. I loro paracadute librano per alcuni istanti nell’aria e in un batter di ciglio hanno già toccato la pietra serena. Il tipico rumore dell’apertura del «base jump» — è il tipo di paracadute usato in questi casi — fa alzare gli occhi a senesi e turisti che in quel momento si trovano nella conchiglia. E sono loro gli increduli testimoni del lancio: non è il primo in Piazza e, forse, non sarà neppure l’ultimo.

Sul Campo ci sono anche gli uomini della Polizia municipale. Si precipitano verso i due paracadutisti. Uno viene bloccato davanti al Casin Dei Nobili, mentre l’altro benché sia caduto male e si rialzi a fatica riesce a scappare e lascia il suo paracadute del valore di 2000 euro nelle mani del vigile che lo stava inseguendo.

Nell’immediatezza vengono fermati anche due loro amici. Uno era salito sulla Torre del Mangia, ma non si era lanciato, mentre l’altro era rimasto giù a riprendere con una telecamera la «bravata». I tre raggiungono poco dopo il comando della polizia municipale. M.D.P., 31 anni, di Riva Del Garda viene denunciato e sanzionato, al suo concittadino e quasi coetaneo che aveva filmato il lancio viene sequestrata la cassetta, mentre il terzo viene rilasciato perché non gli si può imputare di aver commesso alcuna violazione. Quest’ultimo verosimilmente è lo stesso che nel 2006 si lanciò dalla torre del Mangia e rimase seriamente ferito. I vigili urbani hanno sequestrato anche la registrazione delle telecamere interne perché pare che i due paracadutisti siano saliti sulla torre in compagnia di altrettanti amici. E’ quanto emerge dalle prime testimonianze raccolte dalla stessa polizia municipale tra gli addetti all’ingresso.

Se la ricostruzione fosse confermata dalle immagini (le registrazioni verranno sbobinate dopodomani) a questo punto all’appello ne mancherebbero due: l’uomo che si è lanciato e un «accompagnatore». Abbiamo contattato uno di loro, ma ci liquida dicendo «Non voglio dire nulla». Sappiamo che due sono ex parà della Folgore: uno ha partecipato alla missione in Somalia e l’altro in kosovo. Poi sono stati congedati.