Sarzana, 31 marzo 2013 - Se l'interesse dei sarzanesi per le primarie del centrosinistra è direttamente proporzionale al pubblico arrivato nella sala della Repubblica per giudicare i quattro candidati... i 4mila voti messi in preventivo dal segretario del Pd Giovanni Destri rischiano di rimanere un avventato esercizio di ottimismo. E’ la prima prova a km zero dell’annunciata «politica partecipata», la prima occasione per i sarzanesi di scegliersi un aspirante sindaco tra una rosa di papabili, nata non più dalla logica monolitica del partito-padrone ma dallo scontro tra le logiche derivate che ha lasciato in eredità.
E il confronto pubblico su «programmi e proposte» dell’altra sera è stato per ora l’unica occasione di vederli uno accanto all’altro, provare a leggere oltre le dichiarate buone intenzioni. Ma i sarzanesi sono rimasti indifferenti. C’erano quelli dei comitati, gli amici, i sostenitori, qualche arrabbiato, qualche commerciante oltre a quelli (ancora pochi) che quel confronto hanno organizzato cercando di uscire dal residuo torpore dell’era-benessere facile. E’ mancata così la possibilità, che molti si aspettavano, di misurare la presenza fisica di una città finita nel “cul de sac” di una crisi globale molto localizzata.
Ci hanno provato Massimo Baudone, Paolo Bufano, Alessio Cavarra, tutti e tre del Pd, e Paolo Zanetti di Sel, a mostrare le differenze tra loro rispondendo alle domande elaborate dal gruppo dei «Negozi del centro» e poste con equilibrio dal giornalista Alessandro Grasso Peroni dopo aver detto no alle loro richieste di conoscerle prima. Molte, scritte lì da altri cittadini mutuando dall’assemblea dei grillini (come la campanella per togliere il microfono scaduti i 3 minuti concessi a risposta) sono rimaste in sospeso per ragioni di tempo.
Il «burocrate» timido e gran lavoratore, l’avvocato abile a maneggiare dialettica e logica, il «doc» sarcastico e paziente ma fino a un certo punto, l’«erede» prestato all’oratoria e alla politica per farla svoltare, dice. Si sono punzecchiati ma poco, qualche lieve ironia su uomini d’apparato e del popolo, figli d’arte o d’artigiano, occasioni perdute in Regione e lavori a cui tornare dopo la missione-salvataggio di un Comune allo sfascio per ammissione di tutti, manco fosse figlio di un’altra generazione. Molte di più le convergenze: il mercato ambulante da cambiare subito, i parcheggi gratis la domenica; turismo, cultura e piccoli commercio da valorizzare, il degrado da eliminare, il piano della sosta da rifare, il mare da recuperare, la sicurezza da garantire. Tanta condivisione rende inevitabile la domanda: perché non si è già fatto? Tutti d’accordo (escluso Cavarra per il quale l’unico errore è l’insufficiente condivisione) persino sullo spinoso piano-Botta da rivedere, fatti salvi i diritti acquisiti dai privati e ormai intoccabili. Poco chiaro come si garantiranno quelli del pubblico.
E i 30 milioni di debiti pubblici, buco nero di ogni intenzione? Baudone ha promesso un ipotetico piano di rientro, pronto a scommettere su filiera culturale e ricchezze del territorio. Cavarra punta sulla spending review, sul recupero dell’evasione, sui fondi comunitari, a riportare a casa i servizi appaltati, a partire dalla riscossione dei tributi. Bufano sulla gestione sovracomunale dei servizi e un bilancio sociale trasparente e condiviso. Cosa farebbero nei loro primi 100 giorni da sindaco? Zanetti l’inventario del patrimonio comunale che chiese invano quando era consigliere, metterebbe poi in vendita tutto quanto non serve, punterebbe sul web e sulla promozione unitaria del territorio. Baudone cercherebbe i 40mila euro necessari a istituire il turno notturno dei vigili e garantire un po’ di sicurezza, siederebbe a un tavolo Asl e Regione per capire le sorti dell’ospedale, sosta gratis la domenica, isole ecologiche. E tutto nel nome di «ascolto, partecipazione, condivisione». Cavarra promette di riorganizzare la macchina comunale nella direzione dell’efficienza, istituire l’ufficio decoro urbano e un tavolo di coordinamento interforze per la sicurezza, studierebbe convenzioni con istituti di vigilanza privata, direbbe stop al nomadismo senza controllo con spazi ad hoc. Parola d’ordine, anche per lui, partecipazione e confronto. La prima mossa di Bufano sarebbe creare una struttura indipendente per attuare la partecipazione dei cittadini, dopo aver aperto i portoni del municipio civico per renderlo «attraversabile» con uffici di accoglienza turistica al piano terra, farebbe diventare parco la piana agricola di Marinella e telefonerebbe al sindaco di Brescia per farsi spiegare come funziona il nuovo distretto urbano del commercio che ha creato. Magari qualche buona ricetta fuori dalle mura c’è.
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