Sarzana, riconsegnate le chiavi del ’Barontini’

L’amarezza del presidente del Comitato terza età dopo 28 anni di impegno sociale e volontariato

Mario Giraldi durante la manifestazione in piazza Matteotti svolta in autunno

Mario Giraldi durante la manifestazione in piazza Matteotti svolta in autunno

Sarzana (La Spezia), 16 gennaio 2021 - Ieri mattina il presidente del Comitato per la terza età, Marco Gilardi, ha riconsegnato le chiavi del centro sociale Anelito Barontini e l’ha fatto "con la morte del cuore". Sì, perché abbandonare quella che era divenuta a tutti gli effetti una seconda casa - dopo 28 anni di attività contraddistinta da impegno sociale e volontariato - il signor Gilardi non si sarebbe mai immaginato di doverlo fare, tanto più in momento complesso, doloroso e caratterizzato dall’isolamento forzato in cui trovare un’altra sede idonea alla prosecuzione della sua attività e di quella delle centinaia di iscritti all’associazione, è tutt’altro che semplice. La speranza del presidente però è che la rottura del legame indissolubile tra i sarzanesi, il Barontini e la sua associazione sia solo temporanea, ma a prevalere oggi sono il dolore e l’amara delusione. E non manca di certo la critica per il trattamento subito. «Siamo stati costretti a riconsegnare ‘il Barontini’ - ha commentato Gilardi - perché non siamo in grado di assumere gli impegni economici pretesi dalla giunta, da un’amministrazione che non ha avuto alcuna considerazione dei tempi in cui viviamo, soprattutto per noi anziani, della nostra storia e del valore culturale, solidale e ricreativo che il centro rappresentava per noi anziani e per la città". I volontari hanno sempre ragionato su come rendere migliori le giornate degli anziani, attraverso la cultura in forma gratuita e la semplice socializzazione, mai in termini economici e di guadagno. Ma questo l’amministrazione comunale di Sarzana non l’ha capito o non ha voluto farlo. «Mai una chiamata da parte loro -ha proseguito Gilardi con il nodo alla gola - mai un incontro, nessuna volontà di comprendere il motivo per cui la nostra associazione non avesse partecipato al bando da loro indetto. Si sono comportati come un’azienda concepita per generare profitto, senza perseguire l’obiettivo principale: arricchire la propria comunità di valori e ideali condivisi, preservando la storia e le bellezze che fino ad oggi l’hanno resa grande". Resta quindi il rammarico, ma anche la consapevolezza che una grossa fetta della cittadinanza ha mostrato vicinanza alla sua causa. "Ringrazio tutte le persone e le associazioni - ha concluso - che hanno collaborato con il Barontini, addolcendo ed arricchendo le giornate di noi anziani. Ringrazio chi si è stretto intorno a noi facendoci sentire il proprio affetto e, soprattutto, Beatrice Casini ed alcuni esponenti del Pd che oltre ad assisterci si stanno adoperando affinché l’Associazione continui a vivere, proponendo le attività che l’hanno sempre caratterizzata".