La Corte dei conti indaga sulla Patrimonio

Sindaco e revisore a Genova. La società del Comune era stata costituita nel 2007

Il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli

Il sindaco di Sarzana Cristina Ponzanelli

Sarzana, 24 maggio 2019 - La società partecipata dal Comune di Sarzana, la «Sarzana-Valorizzazione Patrimonio» è finita sotto indagine della Corte dei conti che,  partendo dall’esame  del  consuntivo 2016, ha evidenziato tutta una serie di criticità.  Così ieri mattina l’attuale amministrazione si è ritrovata a dover gestire quella che potrebbe ben definirsi una “patata bollente” ereditata dalle passate gestioni. La Corte dei conti infatti ha convocato l’esame collegiale in contradditorio chiamando l’attuale sindaco Cristina Ponzanelli e il presidente dei revisori dei conti Francesco Pisani, ai quali si è aggiunto anche il presidente del consiglio comunale Carlo Rampi.

Si è trattato di un’udienza molto breve che si è conclusa con la decisione della Corte dei conti di trattenere gli atti consegnati dagli amministratori sarzanesi e poi decidere se e quali rilievi inoltrare alla Procura della stessa «Corte» che dovrà decidere sulle eventuali responsabilità. La vincenda viene da lontano. Si parte dal 2007 – anno di costituzione della società partecipata – per arrivare fino al 2018: le giunte erano guidate dai sindaci Massimo Caleo e Alessio Cavarra.

Da quanto si è potuto apprendere sono due le questioni prese in esame dalla Corte genovese. La prima riguarda  tutte le operazioni che hanno portato a un depauperamento  del patrimonio comunale e a una elevazione del debito che è andato a gravare sulle spalle dei sarzanesi. La seconda riguarda l’accordo stipulato tra Comune e Carispezia volto a estinguere il debito della società « Sarzana Patrimonio». In sostanza la Corte dei conti si chiede  come sia stato  possibile che dopo  una serie di operazioni interne fra l’mministrazione e la società si sia creato un debito così  ingente che va oltre i 2 milioni di euro. La vicenda di «Sarzana Patrimonio» che era stata illustrata per prima dall’associazione «Sarzana che Botta!» prende il via nel 2007 quando il comune di Sarzana verifica che per l’alto indebitamento ha difficoltà a contrarre nuovi mutui, quindi costituisce la società alla quale vende alcuni beni comunali. Si tratta dell’area dell’ ex mercato di Piazza Terzi e dei terreni di Tavolara. La società costituita con un capitale sociale di 20mila euro ottiene  un importante “scoperto di conto” dall’allora Cassa di Risparmio della Spezia sotto forma di fido per 6 milioni e 350 mila euro.

I beni però non sarebbero stati né valorizzati né venduti, (tranne un piccolo appezzamento nell’area artigianale di Tavolara), mentre i debiti si sono andati accumulando per gli interessi passivi pagati sullo “scoperto”. Insomma la situazione si era fatta insostenibile. E a quel punto il Comune è stato costretto a ricomprarsi l’area di piazza Terzi e l’ex mercato abbattendo il debito di Sarzana Patrimonio a 1milione e 300mila euro, lasciando alla società il compito di vendere quelle aree, e acquistando a un prezzo superiore rispetto a quanto lo aveva venduto. Negli anni sulla vicenda ci sono state una serie di  infuocati dibattiti in consiglio comunale, ora però sarà la Corte dei Conti a decidere.

C.G.