Visite ‘fai da te’ nell’ex batteria militare svuotata

Porte aperte alla batteria Chiodo

Sergio Borrini racconta la storia della struttura agli studenti in visita

Sergio Borrini racconta la storia della struttura agli studenti in visita

Montemarcello, 10 aprile 2019 -  Porte aperte alla batteria Chiodo, da mesi senza controllo e al centro dell’ennesima lite tra Comune di Ameglia e Parco Magra che in tempi di amicizia avevano collaborato per ristrutturarla strappandola all’incuria.

Da quando è scaduta la convenzione tra i due enti la struttura è rimasta vuota e fruibile a tutti. Per fortuna tra gli spazi deserti si aggirano studenti accompagnati dai volontari di Avis, Aido e Anpi che, con passione e volontà, danno appuntamento ai ragazzi dell’istituto ‘don Lorenzo Celsi’ del Cafaggio per raccontare loro la storia della batteria militare.

I giovani visitatori non ricordano di quando, solo pochi anni fa, era un rudere sommerso dalle frasche. Rilanciata grazie a finanziamenti europei intercettati dal Parco e messi a disposizione del progetto del Comune la struttura è diventata ricettiva. Poi museo dedicato al ciclismo ma di magliette dei campioni e biciclette ora non è rimasto nulla. La società ospitata in un salone all’ingresso dell’ex batteria ha trasferito tutto alla Spezia. Il sindaco Peracchini infatti ha colto al volo l’opportunità e da appassionato delle due ruote ha trovato una sistemazione al tesoro donato da collezionisti privati e atleti.

Rimanendo nell’attesa di un bando, che dovrà essere predisposto dal Comune di Ameglia, che rimetta in moto la struttura evitando che il degrado torni padrone. «Intanto – spiegano i volontari dell’Avis – prossimamente dovremo spostare da qui una competizione organizzata insieme agli amici di Lerici che richiamava centinaia di partecipanti. La struttura è bellissima e accogliente per chi arriva sia a piedi che in bicicletta ma essendo senza servizi ci trasferiremo a Bocca di Magra». Le associazioni guidate da Sergio Borrini (Anpi), Rosario Torre (Avis) e Paolo Barsotti (Aido), insieme a volontari profondi conoscitori della storia locale come Livio Bernardini, si danno da fare e accompagnano i ragazzi in visita alla zona raccontando la funzione dell’avamposto militare. «L’importante è mantenerla viva – commentano – e farla conoscere. La speranza è che presto la situazione venga risolta e si possa tornare ad avere un punto di riferimento e soprattutto si eviti il pericolo di atti vandalici tenendo conto che questa zona è completamente isolata dal resto del borgo». 

Ma l’idea di una casa dedicata al ciclismo non è stata del tutto abbandonata dal Comune. «Abbiamo ritenuto opportuno – spiega l’assessore Gregorio Ravani – trasferire il materiale, davvero prezioso, in un’altra zona perchè lasciarlo nella batteria Chiodo senza custodi sarebbe stato troppo rischioso. Ma non abbiamo rinunciato dall’idea del museo del ciclismo magari condiviso con Spezia. Non è escluso che possano anche esserci due spazi».  Massimo Merluzzi