Malata di Parkinson, la sua vita un calvario

La donna ha dovuto rinunciare a delle cure perché senza un accompagnatore

Ospedale

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Arcola (La Spezia), 15 marzo 2019 -  Una passione per il cucito e il ricamo, tanto da farla diventare una vera e propria professione. Ma nel 2011 quel sogno si è infranto contro una diagnosi del morbo di Parkinson. Mentre il diritto di usufruire di cure e assistenza appropriate si è scontrata con una burocrazia a compartimenti stagni. In questo caso a non parlarsi tra loro sono i diversi uffici dell’Asl 5 e l’Inps. «Ho dovuto rivolgermi a un giudice per vedermi riconosciuta un’invalidità al 100 per cento – spiega Ornella Profico di Arcola, che a maggio compie 50 anni –. Sentenza in cui si attesta che non usufruisco della Legge 104 che darebbe a mio marito la possibilità di assentarsi per 3 giorni al mese dal lavoro quando mi devo sottoporre a visite specialistiche o cure fuori provincia o regione». Ornella Profico infatti non è autonoma. Non può permettersi di guidare un’auto o viaggiare in treno da sola. E il nodo del problema nasce da qui. La Commissione medica dell’Asl per il riconoscimento dell’invalidità non le ha concesso la legge 104, ma chissà perché l’Asl stessa dice di si. Ad una mail di sollecitazione della donna sulla necessità di un trasporto sanitario, l’ufficio relazione col pubblico dell’Asl spezzina, in una lettera del 5 marzo 2018, infatti risponde: «Questo ufficio ha interpellato il direttore sanitario del distretto 19, dottor Ceragioli, e il dottor Formato, direttore sociale del distretto della Val di Magra. Il primo ha ribadito che il servizio di trasporto sanitario, tramite ambulanza è vincolato alla non deambulabilità del paziente. Per il secondo non sussistono i requisiti per poter autorizzare un trasporto sociale del Comune in quanto il marito ha il permesso ex L.104 e i familiari possono soddisfare questa sua necessità».

«E invece non usufruisco della 104. L’ho fatto presente ma non mi ascoltano. Alcuni mesi fa sono stata costretta a rinunciare a una visita di controllo a Milano e a delle cure perché mio marito non si poteva assentare dal lavoro – spiega la donna –. Ha già subito un richiamo e lui è l’unico in famiglia che lavora. Mia figlia è lontana e non può assistermi. Sono sola. Ho una sentenza del giudice che attesta non solo l’invalidità al 100 per cento che l’Asl all’inizio non mi ha riconosciuto ma dove si dice chiaramente che io non usufruisco della 104». E siccome la 104 non c’è, non ci può essere neppure la relativa dichiarazione dell’Inps al datore di lavoro. «Chiedo chiarezza – aggiunge la signora Ornella – ma qui venirne a capo è davvero faticoso. Pensi che a Milano il professore da cui sono in cura, io soffro anche di bronchiectasie e frequenti riacutizzazioni, mi ha prescritto un ciclo di antibiotici a sola somministrazione ospedaliera e qui alla Spezia non me li passano». E solo pochi giorni fa era ricoverata in ospedale costretta a portare la mascherina per proteggersi da eventuali infezioni. Insomma un vero e proprio calvario. E come se non bastasse è dell’altro ieri la notizia che l’Inps ha spedito dei documenti importanti in Puglia, nel comune dove è nata 49 anni fa. Peccato che Ornella Profico risieda da parecchi anni nella provincia spezzina.

A.M.Z.