Laurina, pronta la bozza di delibera "La servitù esiste e va registrata"

L’atto servirà come copertura politica per le mosse successive affidate agli uffici avvocatura e patrimonio. La proprietà ha avviato la chiusura del portico preavvisando e ritenendo che non ci fosse alcun vincolo

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di Anna Pucci

Come si esce adesso dal ginepraio del portico chiuso all’ex Laurina? Secondo l’amministrazione comunale servirà una delibera di consiglio, auspicabilmente condivisa anche dalle minoranze, per "riconoscere l’esistenza di una servitù a uso pubblico di passaggio" e dare copertura politica agli uffici affinché possano intimare la rimozione delle opere avviate per la posa delle vetrate e, eventualmente, resistere in giudizio se la società Laurina dovesse confermare la propria convinzione che tale servitù non esista fino a cercare di far valere il proprio diritto in tribunale.

Per la seduta di consiglio sul caso portico era stata ipotizzata la data di giovedì 4 agosto ma quasi certamente la convocazione sarà fatta più avanti. Nel frattempo la bozza di delibera è stata predisposta e, pur con tutte le cautele dato che è un testo ufficioso che potrebbe legittimamente subire modifiche anche sostanziali, ’La Nazione’ è in grado di anticiparne l’impianto. L’oggetto delle tre pagine fitte di argomentazioni giuridiche è chiaro: “Riconoscimento del pubblico uso su tratto di porticato privato sito in piazza San Giorgio (Hotel Laurina)”. In sostanza, approvando l’atto, il consiglio si prenderebbe la responsabilità di "riconoscere l’esistenza di servitù di uso pubblico di passaggio, esercitato da una collettività indistinta di persone nel porticato in questione fin da tempo immemorabile, porticato che ha sempre collegato le due pubbliche vie Gori e Muccini, così soddisfacendo il requisito della sua permanente destinazione atta a rispondere a esigenze collettive d’interesse generale, servitù costituita pertanto mediante dicatio ad patriam". La dicatio ad patriam è ravvisabile quando il comportamento del proprietario, pur se non intenzionalmente diretto a dar vita al diritto di uso pubblico, ponga volontariamente, con carattere di continuità, un proprio bene a disposizione della collettività. La bozza di delibera chiude affidando il mandato agli uffici avvocatura e patrimonio "di avviare le procedure e le azioni per la trascrizione della domanda e, conseguentemente, di valido titolo in conformità al presente atto, avente efficacia dichiarativa, presso la Conservatoria dei Registri immobiliari della Spezia".

Le argomentazioni a sostegno della esistenza di fatto della servitù di passaggio citano "testimonianze dei cittadini sarzanesi" e "fonti bibliografiche e documentarie" tra cui foto dell’edificio all’inizio e alla metà del secolo scorso. La bozza cita anche l’avvio del procedimento dell’ufficio tecnico del 26 maggio mirante a fermare i lavori di chiusura, la replica della società Laurina del 2 luglio che ribadisce la convinzione che non esista servitù e un ulteriore parere dell’avvocato civico, del 14 luglio, che segnala "la necessità di adottare motivata deliberazione di consiglio comunale dichiarativa di esistenza di servitù di uso pubblico sul portico del Laurina da trascrivere alla conservatoria dei registri immobiliari". Insomma, secondo l’avvocatura civica "l’intervento di tamponamento del porticato del Laurina costituisce una lesione della servitù di passo consolidatasi in favore di tutta la cittadinanza sarzanese da tempo immemorabile" ed è "necessario da parte dell’ufficio tecnico la dichiarazione sospensione di inefficacia della Scia 1422". La bozza di delibera, in buona sostanza, serve ad affermare politicamente che "il tratto di porticato in oggetto risulta oggettivamente ed effettivamente in uso pubblico da tempo e comunque da oltre vent’anni" e "si collega con il sistema viario comunale con funzione di raccordo tra le strade pubbliche via Gori e via Muccini", citando testimonianze di cittadini "i quali attestano il pubblico transito protrattosi per periodo ultraventennale, pacifico, continuo, e non clandestino".