La Calandriniana rischia di saltare. «Non hanno messo i soldi in bilancio»

Le parole della moglie di Dagna, i commenti di negozianti e cittadini

Simone Nulli

Simone Nulli

Sarzana, 5 luglio 2018 - La Calandriniana rischia di non aprire i battenti. La storica rassegna d’arte ideata da Graziano Dagna infatti non ha ricevuto dall’assessorato uscente il finanziamento necessario per dar vita alla rassegna che si tiene in contemporanea con la Soffitta sulla Strada nel mese di agosto. A lanciare l’allarme è Clara Mazzini, la moglie dell’indimenticato artista creatore del laboratorio sotto le stelle divenuto punto di riferimento dell’estate sarzanese. La vedova ha chiesto informazioni sulle procedure organizzative ma, in municipio, ha ricevuto l’amara sorpresa. «L’ufficio cultura – spiega – non ha avuto mandato di inserire a bilancio la quota per l’allestimento della rassegna. Mi hanno detto che la precedente amministrazione non ha accantonato i 5 mila euro necessari. Mi auguro che si tratti di un equivoco perchè sarebbe davvero irrispettoso nei confronti di Graziano Dagna e dell’arte rinunciare a una vetritna tanto importante per la città».

L’idea di chiudere, dopo 38 anni di attività, il laboratorio artistico nel quale i pittori realizzano l’opera in diretta consentendo ai visitatori di seguirne lo sviluppo è già motivo di preoccupazione e critica da parte degli operatori commerciali che ogni estate convivono con artisti e visitatori. Ma tra le nette opposizioni al pensiero di una chiusura della rassegna di piazza Calandrini ideata da Graziano Dagna c’è anche chi ne suggerisce una rivisitazione proprio per migliorare la convivenza tra arte e quotidianità. «Se venisse chiusa la Calandriniana – spiega Carlotta Cozzani di Many Me – ne sarei sinceramente molto dispiaciuta per quello che rappresenta per la città. Però questa potrebbe essere anche l’occasione per affrontare un discorso concreto su una riorganizzazione dell’evento rendendo le strutture meno invasive e pericolose per i passanti. Sicuramente è un momento di grande attrazione però ho visto persone inciampare nei cavalletti in ferro arrugginito che sostengono tele enormi rischiando di farsi male». Una scelta «folle» secondo Silvana Sermattei, Laura Gherardi e Michela Marchi di Fior di Cono. «Si tratta di 15 giorni straordinari – commentano – che il Comune dovrebbe sostenere maggiormente. E lo stesso possono fare gli esercenti: da noi il gelato omaggio per gli artisti che trascorrono tutto il giorno in pazza a comporre i propri quadri non manca mai». Da 27 anni Simon Boccanegra è il locale che confina con i quadri. «E mi auguro che la convivenza prosegue per molto tempo ancora – spiega Simone Nulli – perchè la Calandriniana fa parte di Sarzana, della sua cultura e ormai anche storia artistica. Togliamo anche questa ? Vogliamo scherzare?». Una perdita enorme per la città e il commercio secondo Daniela Ceccoperi. «Noi commercianti ci siamo sempre – spiega – ma spesso ci troviamo di fronte il deserto. Non svolgere iniziative del genere significherebbe danneggiare ulteriormente il fascino di Sarzana e il lavoro dei commercianti e noi invece speriamo molto nella nuova amministrazione».

Massimo Merluzzi