L’usa e getta non si addice all’informazione

Anna

Pucci

Un nuovo inizio, l’ennesimo in questi 34 anni di lavoro con La Nazione. La stessa passione del primo giorno, nonostante i molti capelli grigi e la consapevolezza che questo mestiere si è fatto sempre più duro. Siamo in un’era in cui si mastica di tutto e con la massima velocità possibile, in ogni campo, senza darsi il tempo di scegliere che cosa sia sano ingerire e senza preoccuparsi di distinguere il sapore di quel che si è messo in bocca. Da questa bulimia sociale, complice tecnologia e social media, non si salvano le notizie. Vere o false che siano. Ai fini dell’usa e getta, la verifica dei fatti è non solo troppo lenta, faticosa e costosa ma anche, fondamentalmente, inutile. Chi ha ingerito quella informazione frettolosa l’ha già vomitata ed è passato a cibarsi di altro, rigorosamente a costo zero. Lavorare coi tempi della carta stampata è complicato, in questa frenesia. Soprattutto in un’azienda indipendente che non regala quello che produce perché produrre qualcosa che valga la pena di mettere nel piatto ha un costo. La risposta possibile è restare ciò che si è: un giornale che lavora per raccontare il territorio in profondità, scegliendo i temi senza rincorrere la finta abbondanza di finte notizie. Questo, anche adesso che mi occuperò della Val di Magra, resta il mio tenere la barra a dritta. Felice che in questi tempi difficili il mio giornale conservi la forza di investire sui più giovani. A Roberta Della Maggesa, e a tutta la squadra spezzina, un solo messaggio: avanti così.