Falesia di Punta Corvo Drone sulle aree franose Comune affida l’incarico

A utilizzare il mezzo tecnologico è l’ingegnere civile Paolo Corradeghini. Il professionista ha collaborato anche nell’analisi del crollo del Morandi.

Falesia di Punta Corvo  Drone sulle aree franose  Comune affida l’incarico

Falesia di Punta Corvo Drone sulle aree franose Comune affida l’incarico

Il percorso per salvare la spiaggia di Punta Corvo partirà dall’alto. Grazie al volo di un drone infatti si potrà capire lo stato attuale della situazione ritenuta a rischio frana e avere indicazioni certe sull’assetto morfologico della falesia, per poi fornire una fotografia chiara del promontorio e del sentiero che dal borgo di Montemarcello scende alla suggestiva spiaggetta. Per osservare con occhi diversi e angolature che nessuno potrebbe raggiungere è stato quindi richiesto l’intervento dell’ingegnere civile Paolo Corradeghini. Un professionista del settore, oltre che pilota di drone, che ha fornito le proprie competenze anche nell’analisi del tragico crollo del ponte Morandi di Genova. Il sentiero che porta alla spiaggia è stato chiuso con ordinanza dal Comune di Ameglia dopo la relazione presentata dal geologo incaricato dall’ente che ne ha evidenziato il pericolo di crolli. Di conseguenza è stato chiuso il passaggio e vietato l’accesso alla spiaggetta sottostante, anche via mare. L’ente ha affidato all’ingegnere sarzanese il compito di supportare il percorso del Comune anche per cercare di intercettare finanziamenti legati al piano nazionale di ripresa e resilienza, ai fondi governativi oppure regionali "Il mio ruolo – spiega l’ingegnere Paolo Corradeghini – è quello di presentare una relazione sullo stato attuale del luogo. Quindi esaminando la morfologia dal punto panoramico di Montemarcello fino alla spiaggia, in un dislivello di 250 metri. Sarà una relazione tecnica sulla situazione del momento poi spetterà al geologo fornire ulteriori indicazioni". Il drone sarà pilotato dallo stesso ingegnere abilitato alla funzione. Per iniziare le operazioni sarà necessario attendere l’assenso dell’ente Parco di Montemarcello Magra Vara perchè sulla zona, essendo area protetta, sono vietati i sorvoli. "Il drone – conclude Paolo Corradeghini – ci consente di raggiungere luoghi dove a piedi sarebbe impossibile andare, raggiungendo versanti, canali e falesie altrimenti fuori dalla portata. Saranno necessarie alcune ore di volo e attraverso un sistema laser scanner si otteranno le rilevazioni necessarie per acquisire i dati che poi avranno bisogno di alcune settimane per essere elaborati".

La zona è interdetta al passaggio da un’ordinanza firmata nelle scorse settimane del sindaco Umberto Galazzo e il futuro dell’area, patrimonio ambientale, turistico e soprattutto per i residenti di Montemarcello anche affettivo, è davvero a forte rischio.

Massimo Merluzzi