Sarzana, il Comune smantella gli ultimi “Kanguri”

Le aree diventeranno spazi di pubblica utilità: parcheggi, luoghi ad alimentazione elettrica, zone destinate a raccoglitori di plastica

Il Kanguro ai giardini di Porta Romana (foto d’archivio)

Il Kanguro ai giardini di Porta Romana (foto d’archivio)

Sarzana (La Spezia), 19 novembre 2020 - I canguri hanno "saltato" ben poco, mostrando in breve tempo quanto il progetto fosse azzardato per la città. Il tentativo di trasformare il Comune di Sarzana in un esempio virtuoso nella raccolta differenziata non ebbe successo lasciando ben visibile in diverse zone del centro il "monumento" allo spreco. Il sistema interrato di deposito di rifiuti che avrebbe dovuto essere aperto attraverso schede magnetiche e un pulsantiera per suddividere i prodotti in realtà ha creato più disagio che servizio. Dopo oltre vent’anni di inutilità i "Kanguri" verranno definitivamente rimossi lasciando spazio ad altre strutture dedicate alla politica del rispetto ambientale. Le stazioni ancora presenti e diventate parte dell’arredamento ai giardini di Porta Romana, piazza don Ricchetti e piazza Avis sono state definitivamente smantellate e sono finite tra quei rifiuti che avrebbero invece dovuto contribuire a smaltire. Un progetto ingombrante ed economicamente pesante quello adottato alla fine degli anni Novanta dall’amministrazione comunale sarzanese, allora guidata dal sindaco Renzo Guccinelli, che per l’installazione dei contenitori interrati che avrebbero dovuto favorire la raccolta di diverse tipologie di rifiuto spese oltre un miliardo delle vecchie lire versati all’impresa ASWS. Il progetto invece non ebbe successo e per gli anni successivi la città di Sarzana continuò a conferire i rifiuti nei cassonetti in strada fino alla svolta del servizio “Porta a Porta“, entrato in vigore quattro anni fa in linea con la scelta adottata da altri Comuni. Soluzione che potrebbe però cambiare nuovamente visto l’interesse manifestato da Sarzana del ritorno alla creazione di isole zonali, sistema peraltro già adottato in Val di Magra dall’amministrazione comunale di Ameglia. In questi giorni l’ente sarzanese ha provveduto a smantellare gli ultimi "Kanguri" ancora rimasti liberando spazio che potrebbe essere riconvertito in parcheggio pubblico oppure nell’installazione di nuovi dispositivi, si spera funzionanti, legati comunque a un’idea di rispetto ambientale: dai raccoglitori di plastica oppure all’alimentazione elettrica e promozione di energia alternativa. Insomma qualcosa di realmente utile in sostituzione dei totem all’insuccesso. La rimozione per ora è più un gesto simbolico, l’ennesima pietra sopra al passato, che una funzione pratica immediata. "E’ stata la cancellazione di un autentico spreco – ha commentato l’assessore ai lavori pubblici Barbara Campi – della pubblica amministrazione e di anni di scelte fallimentari di cui hanno sofferto i sarzanesi. Sono stati rimossi i residui preistorici che per di più erano danneggiati, inservibili e assolutamente inidonei a svolgere la funzione a cui erano originariamente destinati. Otto postazioni costate alla città oltre un miliardo delle vecchie lire, ma l’unica cosa finita nei canguri negli anni non sono stati i rifiuti, ma soltanto i soldi dei sarzanesi. Ora guardiamo finalmente al futuro e a progetti finalmente utili alla cittadinanza e davvero sensibili all’ambiente".