Discariche sulle sponde del Magra. 'Caccia' anche alle ceneri dell’Enel

Guardia di Finanza e Asl hanno acquisito documentazione negli uffici comunali di Santo Stefano Magra

Discarica

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Santo Stefano Magra (La Spezia), 25 febbraio 2021 -  Si allarga alla Val di Magra l’indagine della magistratura spezzina sull’interramento delle ceneri derivanti dalla combustione del carbone nelle centrali termoelettriche. Gli ispettori del Dipartimento di prevenzione dell’asl5 e i finanzieri del comando provinciale ieri mattina hanno bussato alle porte del municipio di Santo Stefano Magra con una richiesta ben precisa: entrare in possesso della cartografia e di alcuni documenti relativi ad alcuni aree comunali in cui, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta, potrebbero essere state abbancate e sotterrate ceneri di carbone.  

Un’ipotesi, quella che ha preso corpo nell’ambito dell’inchiesta contro ignoti coordinata da un paio di anni dal sostituto procuratore Elisa Loris, emersa a seguito dell’acquisizione di nuove testimonianze da parte di Asl5 e Guardia di finanza, e del ritrovamento di documenti che, di fatto, allargherebbero anche alla Val di Magra un problema che, almeno fino a ieri, pareva essere circoscritto alla sola Val di Vara.  

Secondo indiscrezioni, la documentazione ottenuta nei mesi scorsi avrebbe fatto maggiore luce sullo smaltimento dei rifiuti lungo le rive del Vara e del Magra. Per gli inquirenti, infatti, le ceneri potrebbero essere state sversate anche in alcune aree situate lungo il tratto santostefanese del fiume, e non è escluso che, una volta entrati in possesso della documentazione richiesta al Comune, Asl5 e Finanza possano effettuare alcuni carotaggi per verificare l’effettiva presenza del materiale inquinante, come accaduto anni fa a Borghetto Vara. Proprio dal piccolo centro della media vallata del Vara è partita, nel 2015, una vicenda che, incardinata in una vera e propria inchiesta oggi esposta alla prescrizione dei reati, è destinata tuttavia a sfociare in una dettagliata mappatura dei siti che farà da apripista alle azioni amministrative di messa in sicurezza e bonifica. Come già accaduto, per esempio, alla discarica di Ghiarolo, poco lontano dal centro abitato di Borghetto Vara, dove la scoperta di quintali di cenere che rischiavano di finire nel fiume Vara ha portato l’amministrazione comunale a intervenire con un ampio progetto di messa in sicurezza del sito.  

Di certo, l’attività di Asl5 e Finanza ha riportato d’attualità in Val di Magra un tema scottante come quello delle discariche disseminate lungo il fiume. Negli ultimi anni, un censimento ad hoc aveva svelato la presenza di una quarantina di discariche disseminate in area Parco: in alcune di queste, gli esami avevano evidenziato la presenza di rifiuti interrati tra gli anni Sessanta e l’inizio degli Ottanta quando l’area fiume veniva utilizzata come zona di smaltimento. Tuttavia, dalle analisi non era emersa la presenza di ceneri. Ora, l’offensiva degli inquirenti che – non è da escludere – in un prossimo futuro potrebbe toccare anche alcuni Comuni situati lungo il Magra.  

Matteo Marcello