Cava della Brina, nuovo sequestro

I carabinieri forestali sono intervenuti su ordine della Procura

I carabinieri forestali hanno provveduto al sequestro della cava della Brina

I carabinieri forestali hanno provveduto al sequestro della cava della Brina

Santo Stefano Magra (La Spezia), 10 agosto 2019 – I  carabinieri sono tornati di buon mattino sulla collina, dando corso al procedimento di sequestro probatorio emesso dalla Procura della Repubblica. Un atto ulteriore che rafforza il controllo sull’ex cava della Brina che, comunque, dallo scorso mese di maggio è interdetta a qualsiasi operazione come stabilito dall’ordinanza emessa dal sindaco di Santo Stefano Magra. Ieri i militari del reparto investigativo forestale (Nipaf) del gruppo della Spezia si sono presentati nell’ex cava di serpentino che sovrasta la vasta area della ceramica Vaccari per eseguire il decreto di sequestro che di fatto cristallizza l’area impedendone ogni ingresso. L’operazione è propedeutica a nuovi prelievi di materiale e valutazione della pericolosità rispetto alla funzione di riambientalizzazione della collina disposta anni fa dall’amministrazione comunale uscente.

Il procedimento iguarda una parte della cava, un settore piu’ piccolo rispetto a quello sequestrato già a marzo del 2017, sul quale era stato consentito di procedere a abbancamenti di terra per evitare pericoli di frana in considerazione dell’instabilità del terreno già depositato. Un’azione di tutela idrogeologica, tenendo conto dei rii che scorrono sotto la collina, potenzialmente oggetto di inquinamento. Ma dopo la perizia consegnata dal geologo incaricato dal tribunale della Spezia che ha evidenziato la presenza di materiale pesante non compatibile con la finalità delle operazioni di ricostruzione della collina per adibirla a uso pubblico il sindaco Paola Sisti ha firmato l’ordinanza di sospensione dell’attività nel maggio scorso.

Ieri i carabinieri hanno provveduto a eseguire il decreto di sequestro probatario firmato dalla pubblico ministero Maria Pia Simonetti titolare dell’indagine.

Le varie analisi eseguite hanno evidenziato la presenza di idrocarburi pesanti anche nelle aree nelle quali il conferimento è stato autorizzato dal pubblico ministero in accordo con l’azienda interessata ai lavori. La stessa che recentemente ha presentato il ricorso a Tar della Liguria contro l’ordinanza del Comune di Santo Stefano Magra di chiusura del sito. Il sequestro probatorio, come si legge nel provvedimento, adesso consentirà di garantire, indipendetemente dall’esito dell’azione proposta al tribunale amministrativo, l’immutabilità dei luoghi prima che venga espletata la perizia di incidente probatorio finalizzata all’estrazione di nuovi campioni, ulteriori a quelli già prelevati e analizzati, da sottoporre alle analisi di laboratorio.

Massimo Merluzzi