Uccisa a coltellate dal compagno, candele accese per ricordarla

L’amico di Cristi: "Non era un violento". Il racconto dell’uomo che ha convinto l’omicida a costituirsi

La manifestazione organizzata dall’associazione Vittoria

La manifestazione organizzata dall’associazione Vittoria

Sarzana, 7 aprile 20128 - «Deve pagare per quello che ha fatto, ma non è un ragazzo violento, non l’ho mai visto neppure una sola volta alzare la voce». Il profilo di Cristi Ionut Raulet, il romeno che ha ucciso a coltellate la compagna Roberta Felici, è stato tracciato da un amico sarzanese, l’uomo che per primo ha raccolto la sua confessione e lo ha convinto a consegnarsi ai carabinieri. Alberto R., 52 anni, conosce il romeno da diverso tempo e ha cercato di aiutarlo trovandogli qualche lavoretto occasionale. A lui il ventinovenne omicida ha telefonato martedì mattina chiedendogli di poterlo vedere al più presto. «Ero in Toscana per lavoro – spiega Alberto – ma ho capito subito che qualcosa non andava perchè era molto agitato. Mi ha detto di aver fatto una cavolata e di andare da lui al più presto». Nel primo pomeriggio si sono incontrati a Sarzana e ha scoperto la tragica verità. «Ho cercato di calmarlo – continua Alberto – ma era davvero ingestibile. Non potevo portarlo in auto dai carabinieri, temevo potesse reagire male nonostante avesse stima e riconoscenza per me. Allora sono andato io in caserma, ho raccontato tutto e l’ho richiamato chiedendo un nuovo incontro. Poi i militari lo hanno accompagnato a casa in via dei Molini e hanno scoperto quello che aveva fatto. Una tragedia enorme».

ALBERTO conosce la storia privata di Cristi Ionut Raulet e per questo non lo dipinge come un violento. «Era un gigante – continua – ma non l’ho mai visto tenere un atteggiamento prepotente. Come me ha sempre avuto il massimo rispetto perchè da quando l’ho incontrato anni fa ho sempre cercato di aiutarlo. L’ho fatto lavorare, ho chiesto a amici di trovargli qualche cosa da fare. Poi ha incontrato Roberta ma le cose non andavano bene. Mi diceva che litigavano spesso, anche al telefono li sentivo discutere. Però era sempre rimasto da lei pur manifestando l’intenzione di andarsene via e mollare tutto. Ha commesso un delitto e non posso che condannarlo, ma per come lo conosco posso dire che non è un violento. Non chiedo nessuna giustificazione al suo tremendo gesto però mi dispiace che un ragazzo come lui si sia macchiato di un gesto tanto orrribile».

L’UOMO ha consegnato tutti i file audio che Cristi gli ha inviato ai carabinieri ricostruendo la giornata insieme e il profilo del giovane per il quale l’avvocato Enrico De Martino, difensore insieme ad Alessandro Pontremoli, ha fatto ricorso al tribunale del riesame e chiederà gli arresti domiciliari nell’abitazione della madre a Modena. Ieri sera intanto si è svolta la fiaccolata organizzata dall’Associazione Vittoria in ricordo di Roberta e di tutte le vittime del femminicidio. Il corteo, illuminato da un centinaio di candele, è partito da via Falcinello, sede dell’associazione, ha attraversato il centro storico e si è fermato davanti alla Fortezza Firmafede sulla panchina diventata simbolo della lotta alla violenza e solitudine. Oltre ai rappresentanti delle istituzioni della val di Magra, presente Jessica, la figlia di Roberta Felici.