"Biodigestore, i conti non tornano"

La Regione ha approvato la realizzazione dell’impianto di Saliceti, ma i comitati non si arrendono

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Non sarà certamente una firma, seppur decisamente pesante, a mettere il freno alla "battaglia". Il via libera al progetto di realizzazione dell’impianto biodigestore dei rifiuti previsto nella zona di Saliceti nel Comune di Vezzano è arrivata, ma del resto era soltanto una questione di tempo. Una volta incassati tutti i pareri degli enti interessati riuniti nella conferenza dei servizi conclusa a dicembre la Regione Liguria doveva infatti soltanto produrre il documento ufficiale che autorizzasse il via ai lavori. Ma comunque non si prospetta un percorso in discesa quello che il soggetto attuatore, Re.Cos, affronterà perchè sindaci e comitati non lasceranno nulla di intentato e lo hanno ribadito. "Eravamo in attesa della firma – spiega Paola Sisti sindaco di Santo Stefano Magra – per cui non è affatto una sorpresa. Come abbiamo già dichiarato in passato non ci fermeremo e tenteremo tutte le strade legali percorribili. Il nostro atteggiamento quindi non è affatto cambiato".

Delusi ma non per questo vinti i rappresentanti del Comitato "No" Biodigestore che da maggio del 2018 ha speso ogni giornata nell’organizzazione di incontri, manifestazioni, "lenzuolate", camminate e soprattutto hanno affiancato le amministrazioni nei ricorsi al Tar della Liguria promuovendo petizioni e sperando nella sensibilizzazione della problematica ambientale che, sulla base delle ricerche e studi effettuati anche con l’ausilio di esperti, potrebbero verificarsi a causa della realizzazione dell’impianto. "Noi continueremo – hanno scritto – la battaglia per difendere il nostro territorio che allo stato attuale non può reggere altre violenze. Non è alzando i camini di cinque metri che si salva l’aria, non è con i pozzi di raccolta che si salverà l’acqua potabile per tutta la Provincia e non è stato neppure valutato correttamente il rischio incendi. Noi abbiamo condotto una battaglia che non finirà di certo oggi. Di sicuro non ascolteremo più quei politici che dichiarano solo a parole di essere contro il biodigestore, ma nei fatti politicamente sono schierati con il presidente Toti l’assessore Giampedrone e il sindaco spezzino e presidente dell’ente provinciale Peracchini. Basta chiacchiere finalizzate solo alle carriere personali. La politica dovrebbe intervenire con chiarezza e determinazione sulle problematiche del nostro territorio invece spesso assume un atteggiamento passivo. Dopo la nostra imponente manifestazione sulla Cisa dell’ottobre 2019 il presidente della giunta regionale Giovanni Toti disse che i cittadini vanno sempre ascoltati. Non ci ha mai interpellati, non ha mai accettato gli inviti a partecipare alle nostre iniziative. Evidentemente Iren ha la voce più grossa dei cittadini".

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Comitato Sarzana che botta ! che fin dalle prime battute del contestatissimo progetto ha affiancato il lavoro dei tecnici e avvocati e sostenuto la linea assunta dal fronte del "no". "E’ stato firmato l’atto politico – spiegano – ma noi continueremo a porre le domande sui conti economici che non tornano rispetto alla gara. Insistiamo nel riproporre le cifre contenute nel piano d’ambito e nel Pef di Re.Cos. E la Regione Liguria, la Provincia della Spezia garante dell’esito della gara del 2016 così come la stessa società che realizzerà il progetto continuano a non rispondere alle sollecitazioni. E noi continueremo nella nostra denuncia, perchè a pagare saremo noi contribuenti. Se l’ultimo ricorso al Tar è stato rigettato dai giudici perchè i sindaci di Arcola e Santo Stefano Magra non hanno citato Re.Cos come parte controinteressata, in quanto aggiudicataria della gara del 2016 del project financing, dovrebbero anche impegnarla a rispettare gli impegni sottoscritti in sede di gara".

I numeri sui quali il Comitato sarzanese continua a puntare sono quelli relativi sia delle quantità che dei costi del conferimento dei rifiuti oltre che del costo dell’impianto. "Questo impianto mostro – proseguono – ci costerà 50 milioni di euro. Questa cifra è indicata nel piano economico presentato da Re.Cos e comporterà anche un aumento della tariffa di conferimento salendo a 110 euro. In sede di gara però aveva offerto 89 euro. Allo stesso modo la società Re.Cos adesso afferma che l’impianto tratterà 60 mila tonnellate di organico l’anno pur essendo uscita per voce dell’amministratore delegato la cifra di 120 mila tonnellate di materiale da trattare. E’ chiaro dunque che i numeri non tornano".

Massimo Merluzzi