Biodigestore, adesso c’è anche la firma

l progetto di realizzazione dell’impianto a Saliceti, proposto dalla società Re.Cos, è stato sottoscritto dalla Regione Liguria

Una delle recenti proteste dei comitati che non vogliono il biodigestore

Una delle recenti proteste dei comitati che non vogliono il biodigestore

Genova, 18 aprile 2021 - Adesso c’è una firma che autorizza l’inizio del tanto discusso e contrastato intervento. Il progetto di realizzazione dell’impianto biodigestore dei rifiuti è stato sottoscritto, nero su bianco, dalla Regione Liguria che ha dato ieri il via all’intervento proposto dalla società Re.Cos partecipata Iren sulla zona di Saliceti nel comprensorio di Vezzano (La Spezia). Il tassello mancante dopo la conferenza dei servizi chiusa a dicembre con il parere ambientale favorevole di tutti gli enti chiamati a esprimersi dall’ente regionale era appunto la firma del dirigente regionale responsabile del procedimento apposta ieri e che probabilmente verrà ufficializzata già all’inizio della settimana.

La lunga battaglia è arrivata al punto di svolta decisivo, per altro ben previsto dal fronte del "no" che aspettava soltanto la firma finale per predisporre le nuove azioni. La battaglia, come è sempre stato evidenziato dalle amministrazioni ricorrenti e dai legali che stanno seguendo il percorso del Comune di Santo Stefano Magra, Arcola e Vezzano, non è finita e dopo aver incassato i diversi pareri contrari del Tar e Consiglio dei Ministri adesso l’obiettivo sarà quello di impugnare l’atto autorizzativo. Il braccio di ferro è iniziato a maggio del 2018 quando, nel corso di una assemblea pubblica organizzata alla biblioteca di Ponzano Ceramica, la società Re.Cos ha svelato le carte sul progetto di realizzazione dell’impianto di trattamento anaerobico dei rifiuti al fianco di quello già in funzione nella zona di Saliceti. Ribaltando di fatto quello che, fino a quella sera, era il pensiero di tutti rivolto al sito di Boscalino nel Comune di Arcola come stabilito nel piano provinciale dei rifiuti. Da quel momento i colpi di scena si sono succeduti a velocità incontrollabile dando vita a un movimento di popolo, unione di comitati, manifestazioni pubbliche, dimissioni del consigliere provinciale Davide Natale ma anche frizioni politiche e scontri che hanno messo in dubbio la stabilità delle giunte. Non ultimo le dimissioni del vice presidente della Provincia, Francesco Ponzanelli, da sempre contrario al progetto del biodigestore esattamente all’opposto del presidente e sindaco spezzino Pierluigi Peracchini che non ha mai voluto riprendere la discussione su una, almeno ipotetica, rivisitazione del progetto. La firma dunque è arrivata anche se soltanto tra qualche giorno verrà pubblicata sul sito della Regione Liguria e allora scatterà puntuale l’impugnazione dell’atto. Quindi il piano è approvato ma prima di ipotizzare un avvio dell’intervento bisognerà attendere ulteriori sviluppi legali e non è difficile pensare a una richiesta al Tribunale regionale di ottenere la sospensiva.  

Intanto il Comitato Vivere Bene La Macchia non demorede. "La battaglia legale - scrivono i rappresentanti del movimento presieduto da Carla Bertolotti - è ancora aperta e mandiamo tutto il nostro sostegno ai Comuni che la stanno coraggiosamente portando avanti insieme ai legali che li rappresentano. Purtroppo i primi ricorsi al Tar sono stati dichiarati inammissibili, ma siamo felici di constatare che i giudici hanno ammesso la complessità della controversia e di conseguenza non sono state addebitate le spese processuali ai Comuni. Ma il dato più positivo che esce dalle sentenze riguarda i vizi sollevati sulla procedura rimasti praticamente intatti se non addirittura rafforzati e quindi riutilizzabili. Quindi anche se le prime sentenze rappresentano una sconfitta, dall’altra possono comunque diventare un opportunità perché le argomentazioni sollevate, nel merito, sono tutt’ora valide e sottoponibili al futuro giudizio del Tar Liguria".  

Massimo Merluzzi