"Quel bimbo nella foto del soldato sono io"

Carlo Cipressi, vigile urbano in pensione, si riconosce nell’immagine pubblicata dal nostro giornale insieme all’appello per ritrovarlo

Carlo Cipressi si è riconosciuto in questa immagine

Carlo Cipressi si è riconosciuto in questa immagine

Sarzana, 3 febbraio 2020 -  Il bambino imbronciato di fronte alla macchina fotografica si chiama Carlo Cipressi, conosciutissimo a Sarzana perchè per tanti anni, fino alla pensione, ha indossato l’uniforme della polizia municipale cittadina ‘ereditata’ dal babbo. Il giorno in cui venne immortalato di fianco al soldato stava girovagando nel centro storico, incuriosito dalla presenza dei militari. C’era la guerra e poche erano le occasioni di divertimento a parte la curiosità di vedere quei ragazzi in divisa. Nei giorni scorsi un giornalista genovese, Roberto Bobbio, ha lanciato un appello attraverso il nostro giornale chiedendo aiuto per dare un nome al bimbo ritratto nella foto scattata più di settant’anni fa da Attilio Viziano, sergente aviatore e foto-cine-operatore per l’agenzia Compagnia operativa propaganda della Repubblica sociale, morto nel 2006.  

Viziano era il fotografo incaricato di testimoniare l’opera dei militari e tra i tanti scatti consegnati al nostro collega c’era quello riportante l’indicazione di Sarzana. Carlo Cipressi, attentissimo e fedele lettore del nostro quotidiano da sempre, si è riconosciuto in quell’immagine anche se ha avuto bisogno di conferme. "Per prima cosa – spiega – ho preso la lente di ingrandimento perchè volevo essere certo che quel bambino fossi davvero io. Anche mia sorella lo ha confermato e in casa ha trovato un’altra foto molto simile". Non è però sicurissimo della data in cui venne scattata quella fotografia. "Dovrebbe essere il 1943 oppure l’anno successivo – continua – avevo 6 o 7 anni. Di certo quello è l’angolo tra piazza San Giorgio e via Sobborgo Emiliano, la zona che i sarzanesi conoscono come la Spaccata. Non so cosa facessi in quel momento: ero in giro, come tutti i bambini di quell’età. Non avevamo niente e i soldati erano sempre molto generosi: distribuivano cioccolato e pane nero. Lo ricorderò sempre perchè era prezioso per noi che avevamo ben poco da mangiare".  

Carlo Cipressi allora abitava in piazza Matteotti, nella casa messa a disposizione del papà vigile. "In città – conclude - c’era una base militare composta da una ventina di soldati. Stazionavano in via Landinelli dove c’era il cinema Marconi, diventato successivamente la discoteca Alhambra. E noi bambini passavamo le nostre giornate a guardare i soldati e i loro mezzi sperando sempre in qualche regalo. Erano davvero altri tempi e rivedere quell’immagine è stato davvero emozionante".  

m.m. © RIPRODUZIONE RISERVATA