Naufraga il progetto di bike sharing: fallimento totale per il progetto eco-sostenibile

La rimozione delle colonnine in piazza S.Giorgio

Il passagio di testimone tra le bici e le vespe

Il passagio di testimone tra le bici e le vespe

Sarzana, 30 agosto 2019 - Il nuovo modo per attraversare la Val di Magra senza fatica e godersi in silenzio la bellezza dell’ambiente fluviale e della costa lericina” (come prometteva il progetto) è invecchiato senza mai diventare reale. Le biciclette finanziate dal Ministero sono state avvistate l’ultima volta più di quattro anni fa accatastate nel magazzino comunale di Silea.

E giovesì 29 agosto è arrivata l’ora della dipartita anche per le colonnine di piazza San Giorgio che servivano a ricaricare le ‘due ruote’ a pedalata assistita. Del progetto di Bike sharing “Magra in Bici” rimarrà solo il totem, oltre alle dieci ‘stazioni’ sparse fra Sarzana, Ameglia, Lerici e Luni, a testimonianza di un fallimento.

L’ennesimo da aggiungere all’archivio dove negli anni sono finiti le promesse e i soldi investiti in mobilità alternativa. Il lavoro di smontaggio delle colonnine, affatto facile, si concluderà in giornata quando saranno rimpiazzate da quella provvisoria di ‘Dotevè’, la startup spezzina che offre esperienze turistiche eco sostenibili mettendo a disposizione la Vespa Elettrica Piaggio.

Gli incaricati arrivati di buon’ora in piazza San Giorgio hanno faticato non poco per rimuovere i bulloni arrugginiti da incuria e inutilizzo. Una volta smontate, ufficialmente l’amministrazione comunale sarzanese le terrà un po’ “sotto osservazione” per avere una diagnosi e definire una terapia, ovvero capire se in qualche modo possono essere recuperate e riutilizzate oppure devono essere anche loro avviate in discarica. Sarà forse l’occasione per decretare il definitivo fallimento del progetto e lo spreco del contributo pubblico concesso a suo tempo dal Ministero dell’ambiente che si era aggiunto ai soldi investiti da Parco, Provincia, Sistema Turistico Locale.

‘Magra in Bici’, coordinato dal Parco, era nato sette anni fa come “sistema di trasporto mediante biciclette, prevalentemente a pedalata assistita, su un percorso intercomunale che ha interessato il territorio di Ameglia, Lerici, Ortonovo e Sarzana”. Dieci stazioni installate in punti teoricamente strategici per il turista nei Comuni di Sarzana, Ameglia, Lerici e Luni, con 106 colonnine per bici tradizionali e a pedalata assistita, oltre a qualche decina di ‘due ruote’ da noleggiare.

Il servizio era stato affidato in via sperimentale alla società “Bicincittà’ srl”, che aveva assicurato funzionamento, manutenzione e accesso degli utenti, poi avrebbe dovuto essere riassegnato con una gara pubblica. In realtà, finita la sperimentazione, l’appalto non è mai stato assegnato, il Parco ha lanciato una serie di appelli ai Comuni, a partire dal capofila Sarzana, finiti nel vuoto mentre le biciclette sono rimaste in balìa di ladri e vandali finché i rottami sopravvissuti non si sono ritrovati tutti insieme a Silea nel magazzino del Comune di Sarzana. Due anni fa l’ultima proposta, sempre del Parco, di allargare il servizio alla Spezia e addirittura a Carrara. Risultati? Non ce ne risulta alcuno. O meglio: la rimozione delle colonnine di piazza San Giorgio. Nel frattempo i percorsi per la mobilità alternativa, in pratica inesistenti nel momento in cui si investivano risorse nel fallimentare bike sharing, hanno avuto miglior destino.

Oggi anche la pista sulle sponde del Canale Lunense è un’idea potenzialmente ottima ma praticamente incompiuta.