L'Ordine dei Medici di Firenze: "Serve un patto per riorganizzare il sistema sanitario"

Il presidente dell'Ordine Pietro Dattolo sottolinea che "la Toscana rischia di trovarsi di fronte a un periodo di scarsità di risorse con un personale professionale demotivato e carente sul piano degli organici".

Pietro Dattolo

Pietro Dattolo

Firenze, 4 agosto 2022 – Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei medici, chirurghi e odontoiatri della provincia di Firenze chiede "un patto per riorganizzare il sistema sanitario nel momento più difficile per strutture di emergenza-urgenza e medicina territoriale".

Lo fa dopo il consiglio straordinario allargato a professionisti della sanità e rappresentanti delle istituzioni per discutere sulla crisi attuale dei pronto soccorso e della sanità territoriale. Un consiglio dove, tra gli altri, erano presenti Sara Funaro, assessora al Welfare del Comune di Firenze; Luca Milani, presidente del Consiglio Comunale; Daniela Matarrese, direttrice della rete ospedaliera Asl Toscana Centro; Rocco Damone, direttore generale di Careggi; Simone Magazzini, capo dipartimento Emergenza-Urgenza Asl Centro; Carlo Nozzoli, capo dipartimento d'emergenza e accettazione. L'Ordine ha sottolineato che la crisi del pronto soccorso è "la punta di un iceberg che riguarda tutto il sistema ospedaliero e territoriale.

A livello toscano questa crisi dimostra quanto bisogna fare ancora sul territorio: mancano strutture intermedie di degenza, case della salute e di comunità pienamente funzionanti: occorre assumere personale medico e infermieristico superando limiti di legge nazionali o anche le future strutture del Pnrr resteranno vuote".

Tra i punti in discussione l'interazione ospedale-territorio: "Affrontiamo questo straordinario e difficile periodo con un personale sempre più a disagio dopo gli sforzi eroici della pandemia e sempre meno coinvolto, in contrasto con la tradizione di questa Regione - ha spiegato Dattolo -. La Toscana rischia di trovarsi di fronte a un periodo di scarsità di risorse con un personale professionale demotivato e carente sul piano degli organici e, nello stesso tempo, con una scarsa incidenza sulle decisioni nazionali per la crisi politica in atto che mette a rischio le riforme intraprese. La Toscana dovrà mettersi in condizione di 'salvare' il proprio sistema anche come paradigma nazionale di buon governo agendo con le proprie forze e sfruttando al massimo i margini di autonomia regionale o meglio usandola in modo virtuoso".

Niccolò Gramigni