Il caso della ritmica, la campionessa Pagnini: "Ho vissuto ferite piccole e grandi"

La ginnasta pratese, medaglia olimpica, interviene sul caso delle denunce per abusi e violenze verbali

Prato, 2 novembre 2022 - Andrea Abodi si è insediato da pochi giorni nei suoi nuovi uffici a due passi dal Quirinale, ma non ci è voluto molto affinché deflagrasse il primo caso dal momento della sua nomina a Ministro dello Sport e dei Giovani. A scuotere il mondo della ginnastica ritmica ci hanno pensato le denunce di alcune ex ginnaste come Corradini, Basta e Galtarossa, che hanno denunciato abusi e violenze verbali da parte dello staff della nazionale durante il loro periodo di attività.

"Il nostro sport è anche disciplina, e ha molte sfaccettature", l'intervento di Marta Pagnini, capitana delle Farfalle a Rio 2016, con una lettera aperta all'Ansa e un lungo post sui social.

In questo contesto, Abodi ha voluto incontrare insieme il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello della Federginnastica, Gherardo Tecchi, con il caso già finito sul tavolo del sostituto procuratore di Brescia Alessio Bernardi dopo l'esposto presentato dalle atlete, in cui però non compaiono nomi di allenatori o dirigenti. L'obiettivo è fare chiarezza quanto prima, ma attenzione a confondere la dimensione del fenomeno sportivo con un movimento, quello italiano, in costante crescita con quanto denunciato dalle ex atlete perché a tal proposito il neoministro è stato chiaro. "Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non potranno mai coprire gli errori. Siamo praticanti di valori, non predicatori" dice dopo l'incontro con Malagò e Tecchi, aggiungendo come sia il tribunale ordinario di Brescia che quello federale "siano stati prontamente sollecitati".

Insomma, tutto quello che emerge "verrà poi valutato perché il confine tra rigore verso una disciplina e sconfinamento è una linea sottile". È esattamente il senso della lettera aperta con la quale la pratese Marta Pagnini, farfalla plurimedagliata e capitana delle azzurre a Rio 2016 e oggi giudice internazionale, interviene sul caso. "Praticare sport a livello agonistico é una scelta di vita che spesso avviene in giovane età, giovanissima oserei dire quando si parla di ginnastica ritmica. Il nostro sport è ricco di sfaccettature, è affascinante tanto quanto complesso, gli allenamenti sono fatti di infinite ripetizioni alla ricerca del gesto perfetto e, allo stesso tempo, si lavora sulle emozioni sviluppando la componente espressiva e quella artistica. Uno degli aspetti fondamentali della ritmica - spiega - è la grande disciplina che viene presto appresa dalle atlete, fin dai primi giorni in palestra e senza distinzione di livello: dalla pettinatura alla postura, dalla cura del proprio corpo al rispetto per le compagne e per gli insegnanti. Nel mio percorso ho dovuto far fronte a tanti ostacoli, alcuni 'fisiologici', classici del percorso di una ginnasta, altri assolutamente evitabili e che hanno lasciato piccole o grandi ferite nel mio cuore di bambina, adolescente e poi donna".

Di disturbi alimentari, però, Marta non ha mai sofferto, "ma so che è un fenomeno diffuso e alle ragazze che hanno denunciato esprimo la mia solidarietà". Una realtà definita "triste, ma non la sola", con la certezza che "la Federginnastica stia indagando seriamente sull'accaduto, affinché vengano messi in atto i giusti provvedimenti".

Il testo completo

Ecco il testo completo di quanto scritto da Pagnini sui social: "Praticare sport a livello agonistico é una scelta di vita che spesso avviene in giovane età, giovanissima oserei dire quando si parla di ginnastica ritmica. Il nostro sport é ricco di sfaccettature, é affascinante tanto quanto complesso, gli allenamenti sono fatti di infinite ripetizioni alla ricerca del gesto perfetto e, allo stesso tempo, si lavora sulle emozioni sviluppando la componente espressiva e quella artistica. Uno degli aspetti fondamentali della ritmica é la grande disciplina che viene presto appresa dalle atlete, fin dai primi giorni in palestra e senza distinzione di livello: dalla pettinatura alla postura, dalla cura del proprio corpo al rispetto per le compagne e per gli insegnanti. Nel mio percorso ho dovuto far fronte a tanti ostacoli, alcuni “fisiologici”, classici del percorso di una ginnasta, altri assolutamente evitabili e che hanno lasciato piccole o grandi ferite nel mio cuore di bambina, adolescente e poi donna.

Ho incontrato allenatrici che mi hanno dato tantissimo, che mi hanno cresciuta e supportata con ogni mezzo, che hanno creduto in me e mi hanno motivata. Allo stesso modo ho incontrato persone negative, che mi hanno resa insicura e fragile, che hanno usato parole pesanti e offensive nei miei confronti, portandomi a passare momenti di grande tristezza e difficoltà, anch’essi formativi a loro modo. Questo é avvenuto quando ero molto piccola e poi anche nei primi anni in squadra nazionale e l’ho raccontato più volte parlando della mia storia. La ginnastica si evolve continuamente, io in qualità di giudice internazionale devo imparare regole e norme sempre nuove, che si adattano ai tempi moderni di anno in anno.

Questa crescita avviene parallelamente anche in altri settori, non solo in quello tecnico. Ricordo che ai miei tempi mi rivolsi privatamente, con il supporto della mia famiglia, a figure come una psicoterapeuta e una nutrizionista, dalle quali mi sono fatta seguire nei miei ultimi anni. Un’esigenza che sentivo forte e che sono felice di aver soddisfatto. Ho appreso con piacere la notizia dell’inserimento di queste figure nello staff della nazionale italiana subito dopo il mio ritiro, lo trovo un progresso importante, segno che stiamo andando nella giusta direzione e che anche i grandi risultati stanno contribuendo senz’altro alla possibilità di inserimento di importanti risorse a tutela delle atlete e non solo. Non ho mai sofferto personalmente di disturbi alimentari ma so che sono un fenomeno diffuso tra le giovani e non solo, e non riguardano soltanto il mondo della ginnastica. Ho avuto modo di leggere le dichiarazioni di altre ex ginnaste che ne hanno sofferto ed esprimo loro la mia solidarietà. É una realtà triste ma non è la sola, il nostro sport ha anche tanti aspetti meravigliosi, allenatori seri e capaci e tantissime storie a lieto fine! Ciò che è avvenuto in questi giorni ha portato una grande attenzione su questi temi e la Federazione ginnastica sta indagando seriamente sull’accaduto, affinché vengano messi in atto i giusti provvedimenti.

Con questo post colgo l’occasione per invitare tutte/i colori abbiano necessità di aiuto ad utilizzare un importantissimo strumento messo a disposizione proprio negli ultimi mesi dalla FGI che si era mossa in via preventiva su questi temi, ovvero il “safeguarding officer”. Trovo questo strumento il motore di una doverosa trasformazione all’interno del nostro mondo, sulla scia di paesi che ad oggi sono leader in questo campo e che hanno fatto da apripista già da tempo.

Chiedere aiuto o effettuare segnalazioni é un diritto ed un dovere di ciascun atleta poiché è interesse di tutti vivere lo sport come un luogo di confronto, crescita e apprendimento".