Prato, 12 dicembre 2011 - CHRISTIAN Riganò ha visto perdere per 3-2 i compagni del Jolly e Montemurlo sul terreno del Pisa S.C. senza poter far nulla per modificare questo combattuto incontro considerato che ha osservato la gara dalla tribuna, dove si è seduto fin dal fischio d’inizio accanto al presidente Gabriele Nesi dopo la rottura delle ultime ore. Una rottura insanabile che ieri il bomber ha spiegato.

 

Riganò, perché non ha giocato a Pisa?
«Dopo la gara di giovedì con il Lammari, e più precisamente venerdì sera alle 21,30, sono stato chiamato per telefono dal presidente che mi annunciava di voler ridimensionare l’organico perché gli obiettivi erano mutati rispetto all’inizio della stagione e che non avrei più fatto parte del Montemurlo».
Lei cos’ha risposto?
«Intanto sono rimasto molto sorpreso perché avevo appena raggiunto le dieci reti e di solito si mandano a casa quelli che rendono meno. Ma ho riflettuto tenendo presente che lui è la proprietà ed io a conti fatti un dipendente. Posso osservare però che questa decisione poteva essermi comunicata prima, considerato che le liste sono aperte fin dal primo dicembre e che adesso stanno per essere chiuse (sabato prossimo, ndr.)».
Ha trovato un’altra squadra nel frattempo?
«Sì, ho avuto un paio di contatti ma devo ancora decidere se continuare o appendere le scarpette al chiodo».
A fine gara ha salutato i compagni e l’allenatore Settesoldi. Ciò significa un addio o esiste ancora qualche spiraglio?
«Mi dispiace perché a Montemurlo credo mi volessero tutti bene, compagni, allenatore, sportivi che non ho mai sentito criticare né tantomeno fischiarmi. Purtroppo, dopo aver sentito il presidente, ho dovuto accettare di andarmene anche se di solito non si mandano via le persone che fanno bene il loro lavoro, ma succede il contrario. Devo sottolineare però che gli impegni presi con me non sono stati mantenuti».
ADESSO, se davvero la rottura è insanabile, il Montemurlo resterà senza la sua punta di diamante.
«Non entro nell’affare Riganò — spiega l’allenatore Simone Settesoldi — perché ha trattato direttamente il presidente. Ci ha salutato tutti nel dopogara, ma sono convinto che il presidente provvederà in qualche modo».