Tokyo 2020: Rachele bruni resta indietro, quanto dispiacere per i 10km in acque libere

La nuotatrice di Comeana, argento a Rio, solo 14ª a Tokyo: "Non me l’aspettavo. Il futuro? Adesso devo metabolizzare"

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Seconda a Rio 2016, quattordicesima a Tokyo 2020. E adesso, il bivio: chiudere qui una carriera di altissimo livello oppure andare avanti ancora per qualche anno, provando ad arricchire un palmarès già ben fornito e sognando Parigi 2024? E’ la la scelta che dovrà compiere presto Rachele Bruni, per quanto lafondista abbia sin qui sempre "dribblato" ogni domanda sull’argomento. Di certo, nemmeno lei è apparsa soddisfatta del quattordicesimo posto colto nella 10 chilometri olimpica di nuoto di fondo conclusasi ieri nella primissima mattinata (ora italiana). Perchè era la "sua" distanza, quella che solo la scorsa primavera le ha consentito di agguantare il bronzo agli Europei. E ci arrivava da vice-campionessa olimpica, dopo l’exploit in Brasile.

Qualcosa però è andato storto: forse la (quasi) trentunenne comeanese ha risentito più delle rivali dell’alta temperatura dell’acqua (che si aggirava sui trenta gradi). O forse la tattica che tante volte l’ha portata al successo in questo frangente si è rivelata poco efficace. Rachele è infatti partita in sordina, cercando di dosare le energie per il cambio di passo e tenendo d’occhio soprattutto l’olandese Sharon Van Rouwendaal, la rivale più accreditata in quanto campionessa uscente.

Una strategia collaudata e rivelatasi vincente in diverse occasioni, ma il ritmo alto imposto sin da subito dalle due americane Ashley Twichell e Haley Anderson ha evidentemente sparigliato le carte. E non solo per lei: Van Rouwendaal intorno al sesto chilometro ha iniziato a forzare l’andatura, rendendosi conto della necessità di dover recuperare al più presto posizioni per non rischiare di restar fuori dal podio. L’atleta pratese non ha avuto il medesimo spunto ed è rimasta "bloccata" nel gruppo di mezzo, non riuscendo più ad avvicinarsi ai primi e ad insidiare la brasiliana Ana Marcela Cunha, salita poi sul gradino più alto del podio.

"È stata una gara davvero molto tirata fin dall’inizio, fatta eccezione per il primo giro. Ho cercato di rimanere nel primo gruppo ma con lo strappo finale non ce l’ho fatta – ha commentato la nuotatrice – sono sincera: non mi aspettavo questo risultato. Sono abbastanza dispiaciuta e arrabbiata, provo un mix di emozioni contrastanti".

Non avevo immaginato uno scenario del genere nei giorni scorsi, per quanto abbia sempre fatto fatica nelle gare con partenza particolarmente veloce. La strategia? Ho visto Sharon abbastanza indietro e quindi ho cercato di non spingere immediatamente per non consumare troppa energia nel tratto iniziale. Qualcosa però non ha funzionato".

E’ quindi arrivato il tempo delle riflessioni. "Futuro? – ha concluso – non lo so. Vedremo".

Servirà del tempo per metabolizzare. Ma il talento non è mai stato in discussione. E Parigi non è poi così lontana, a ben vedere.

Giovanni Fiorentino