Basket, festa per Giulia: "Una gioia immensa, ancora non ci credo"

Sautariello, campionessa europea di basket con la Nazionale italiana sorde: "Non vedo l’ora di rivedere i ragazzi del Cgfs che alleno. Che carica mi hanno dato"

Giulia Sautariello (foto dal suo profilo Facebook)

Giulia Sautariello (foto dal suo profilo Facebook)

Prato, 25 ottobre 2021 - «Ancora fatico a crederci. Il nostro obiettivo era arrivare a medaglia, ma non ci aspettavamo di riuscire a portare a casa quella più prestigiosa in una competizione così importante come gli Europei. E’ stata una gioia immensa". E’ ancora emozionata Giulia Sautariello, fresca vincitrice della medaglia d’oro ai campionati europei di Pescara con la Nazionale italiana sorde. Grazie alle sue prestazioni, che le sono valse anche il titolo di miglior giocatrice del torneo, la nazionale azzurra è riuscita ad ottenere il massimo risultato nella sua breve storia.

La giovane pratese, che malgrado i soli 25 anni è una veterana del giro azzurro ed anche uno dei pilastri della nazionale, non si monta la testa e rimane con i piedi ben piantati a terra: "Da domani (oggi, ndr) riprenderemo la vita di sempre, fra allenamenti e altri impegni. Devo portare da bere alle mie compagne della Rlc Sistemi, che giocano con me il campionato di serie B femminile regionale – insiste la cestista pratese -. Poi non vedo l’ora di rivedere i miei bambini e i ragazzi che alleno del Cgfs, ai quali ho promesso che avrei fatto vedere la medaglia d’oro. Ci siamo sentiti spesso mentre ero impegnata nei campionati europei e mi hanno dato una grande carica".

Giulia Sautariello, che ha da sempre un amore viscerale per la pallacanestro, non si è fatta mai mettere i bastoni fra le ruote dalla sua sordità. Anzi, in campo è sempre una delle più grintose e determinate: "Cambia soltanto il modo di comunicare. Giocare senza apparecchi acustici, come previsto dal regolamento nelle competizioni per sordi, richiede uno sforzo di concentrazione ulteriore – precisa -. Dobbiamo usare molto di più gli occhi per interpretare i segnali della panchina, per leggere il tabellone con lo scorrere dei secondi, per dialogare con le compagne leggendo le labbra. Insomma, oltre a giocare a pallacanestro c’è da pensare a tanto altro e serve grande affinità. Ma con la maglia azzurra abbiamo subito sviluppato una grande sintonia, malgrado i due anni di pandemia che ci avevano impedito di allenarci assieme. E i risultati si sono visti".

Dettaglio non da poco, oltre a giocare a basket e insegnare i segreti della palla a spicchi, Giulia si è anche laureata con 110 e lode in biotecnologie molecolari: "Mi piacerebbe fare la ricercatrice nell’ambito della prevenzione e della ricerca contro i tumori. Sono sempre rimasta a Prato perché volevo studiare e per non lasciare i ragazzi che seguo col Cgfs – conclude -. Mi piacerebbe anche tentare qualche altra avventura in categorie più blasonate, parlando di pallacanestro. Vedremo se arriveranno delle chiamate. Intanto c’è da pensare alla serie B con la Rlc Sistemi e ad arrivare a medaglia anche alle Olimpiadi del 2022 con la nazionale sorde. Noi ci crediamo, anche se sarà durissima".