Addio a Gisella Sofio, portatrice sana di allegria

La grande caratterista, scomparsa venerdì, girò a Prato "Caino e Caino". Il ricordo del nostro critico che lavorò con lei per quel film

Gisella Sofio (Ansa)

Gisella Sofio (Ansa)

Prato, 28 gennaio 2017 - Estate 1992. Per una serie di circostanze fortunate ho il piacere di fare da assistente alla regia ad Alessandro Benvenuti, un artista che ho sempre stimato molto, protagonista assoluto di uno dei film che più mi mette di buonumore, "Benvenuti in casa Gori". Il set è quello di "Caino e Caino", tutto girato a Prato, a due passi da casa mia.

E’ una bella occasione che mi voglio godere. Dopo i sopralluoghi nelle varie location scelte, si batte il primo ciak lunedì 27 giugno in una casa di riposo a nord di Prato. Dopo pochi giorni la lavorazione del film si fa più intensa; si gira la scena del funerale di Novello Novelli, nel film padre di Benvenuti e di Enrico Montesano. Per la prima volta appare sul set Gisella Sofio, scomparsa il 27 gennaio.

Dalle prime luci del giorno tutti gli attori pronti per il «trucco e parrucco». Nella sala preposta fa il suo ingresso una donna elegante, bella e raffinata, non più giovanissima. Come avrebbero detto le truccatrici e le parrucchiere della troupe, sarebbe bastato poco per fare di quella signora una bella signora.

Gisella Sofio era proprio questo. Una bella signora sempre elegante, spiritosa e ironica che anche nei momenti concitati della lavorazione di un film avrebbe messo di buonumore tutti. Girare quel film non fu affatto facile. La lavorazione si rivelò complicata a causa di qualche attrito che, per rispetto a chi l’ha vissuto, non svelerò. Eppure Gisella Sofio riusciva a portare il sorriso su quel set molto nervoso. Educata, gentile con tutti, l’attrice nata a Milano nel 1931, interpretò il ruolo della suocera di Benvenuti, la madre della moglie interpretata da Daniela Poggi.

Tante le scene che la Sofio girò in città nei due mesi di lavorazione del film. Giorno dopo giorno riuscii a costruire un bel rapporto con questa signora dello schermo e dello spettacolo che aveva attraversato fasi alterne nel corso della sua carriera. Un volto sofisticato che svelava le sue origini anglo egiziane, un fisico elegante che la porta giovanissima al cinema con «Accidenti alle tasse» di Mario Mattioli nel 1951. Nel suo curriculum ci sono i grandi autori come Michelangelo Antonioni , Dino Risi, Luigi Comencini, Pupi Avati, ma anche tutti i comici dello spettacolo italiano, da Renato Rascel a Dario Fo, da Alberto Sordi, Nino Manfredi, Vittorio Gassman, Totò, fino alle ultime generazioni come Jerry Calà, Christian De Sica e Massimo Boldi. Tanto cinema, tanta tv, teatro e commedia musicale. La sua ironia le ha permesso di essere anche una ottima attrice comica.

Addio Signora Sofio, piacere di averla conosciuta, di aver goduto del suo fascino e della sua arguzia su un set non facile. Non dimenticherò mai di quella Coca Cola bevuta insieme durante una pausa. Fra un sorriso e l’altro vidi scendere una lacrima per un amore scomparso da poco. Una confidenza fatta ad un giovane assistente alla regia alle prime armi. Per me fu una dimostrazione di fiducia e di affetto che non ho mai dimenticato. Ma poi, la lacrima se ne andò via subito lasciando spazio al quel sorriso che tutti ricordano. Via la tristezza e benvenuta allegria. Gisella Sofio era questo, una portatrice sana di allegria, in qualunque set si trovasse.