Cinquant'anni fa usciva sugli schermi "Metello" diretto da Mauro Bolognini

Un grande film entrato nella storia del cinema, tratto dal romanzo di Vasco Pratolini. Protagonista un giovane Massimo Ranieri nel ruolo del muratore fiorentino Metello Salani. Cinque mesi di lavorazione, tutte location fiorentine, tranne una. Un piccolo segreto pratese svelato da Piero Tosi

Una foto di scena del film 'Metello'

Una foto di scena del film 'Metello'

Prato, 4 maggio 2020 -  Proprio in questi giorni, cinquant’anni fa, usciva sugli schermi “Metello” diretto dal regista pistoiese Mauro Bolognini, tratto dal bel romanzo di Vasco Pratolini. Un grande successo di critica e di pubblico, uno splendido affresco della Firenze di fine ottocento con al centro il personaggio del giovane muratore Metello Salani, diviso tra gli ideali anarchici e i primi movimenti sindacali, dal cuore in tumulto per la moglie Ersilia (Ottavia Piccolo) e per le amanti; la matura Viola (Lucia Bosè) e la bizzarra vicina di casa Idina (Tina Aumont).

Dopo l’uscita nelle sale, la consacrazione al festival di Cannes del 1970 dove la Piccolo vinse a sorpresa la palma d’oro alla migliore attrice sbaragliando molte star favorite (una per tutte Romy Schneider). E poi lui, la vera sorpresa, Massimo Ranieri, fino a quel momento cantante di straordinario successo. A soli 18 anni già un mito con milioni di dischi venduti, tra Sanremo, Cantagiro e Canzonissima. Un ruolo importante quello di Metello, ambito da molti attori del momento come Alain Delon e Jean Paul Belmondo, addirittura scartati dopo numerosi provini. Secondo Mauro Bolognini, solo Massimo Ranieri poteva essere il fiorentino Metello, seppur doppiato dal toscano Rodolfo Baldini. Ranieri accetta per meno di 4 milioni di lire di cachet, rinunciando a più di venti milioni di lire offerti per un film musicarello, rimandando numerosi live tutti esauriti. Cinque mesi di lavorazione, location tutte fiorentine, tranne una, un “piccolo segreto pratese”confessato dal grande costumista premio oscar Piero Tosi in una intervista concessa prima di morire lo scorso anno.“Dovevamo girare la scena di un Caffè Concerto al teatro Niccolini di Firenze”ricorda Tosi. “Purtroppo ci avrebbero concesso solo la balconata dove si sarebbe visto Ranieri ma il palcoscenico no”. Allora come risolvere il problema, come aggirare l’ostacolo ? Ecco la soluzione che nasce dalla fantasia, dall’estro, dalla creatività di un genio come Piero Tosi.

“In un magazzino tessile di Prato, ho montato lo scivolo di un palcoscenico, senza niente, solo con le scene dietro. Ennio Guarnieri, direttore della fotografia, l’ha illuminate meravigliosamente”. Il risultato è quella finzione che solo il cinema può garantire. Gli attori dalla balconata assistono ad uno spettacolo, costruito altrove, a Prato, in uno dei tanti magazzini. Sarebbe bello sapere quale sia stato, in quale magazzino sia stato girato nel lontano 1970. Chi ricordasse quel set, chi avesse ricordi o aneddoti dei giorni pratesi di “Metello”, può scrivere a [email protected].