Creaf, pioggia di critiche su Biffoni. «Indagato: perché non si dimette?»

Mazzetti punge il sindaco e presidente della Provincia. E Milone attacca: «Se l’è cercata»

Matteo Biffoni

Matteo Biffoni

Prato, 24 aprile 2018 - «Ci aspettavamo le immediate dimissioni di Biffoni, visto che lui e il Pd nel 2012 pretendevano la stessa decisione dall’ex sindaco Cenni, anch’egli indagato in tema di reati fallimentari. E invece niente. Evidentemente per il Pd vale la doppia morale: un conto è un avviso di garanzia ricevuto da uno del partito, un altro se viene notificato a un esponente del centrodestra».

E’ la presa di posizione dell’onorevole Erica Mazzetti (ratificata dalla segreteria provinciale di Forza Italia) dopo la notizia dell’avviso di garanzia ricevuto dal presidente della Provincia, Biffoni nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento del Creaf. «Noi rifiutiamo questa logica perversa e non chiediamo le dimissioni di Biffoni – aggiunge Mazzetti – Per noi vale il principio costituzionale della presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva».

Per Forza Italia la priorità è bloccare ogni progetto di rilancio del Creaf. «Chiediamo a Biffoni e al Pd di ribellarsi al progetto regionale di investire ancora nel Creaf – conclude – Una follia vera e propria. Già i milioni da spendere per l’acquisto sono diventati 8,5 e altrettanti saranno da investire per rendere fruibile l’immobile. Biffoni intervenga subito per impedire questo folle spreco».

Sulla vicenda interviene tutta l’opposizione. A cominciare dalla consigliera Marilena Garnier: «E’ vero come dice Biffoni che la responsabilità politica nasce da lontano – dice – ma il sindaco queste colpe deve ricercarle in casa propria, all’interno del Pd. Biffoni avrebbe dovuto fare l’unica cosa sensata, come ho fatto io: denunciare tutto in Procura senza attendere un anno e mezzo».

A ruota interviene la segretaria della Lega, Patrizia Ovattoni. «Sarebbe stato strano – dice – lasciare fuori dagli indagati chi sta guidando la Provincia ormai da quattro anni. Anche se le colpe dello sfacelo stanno più a monte è chiaro che anche negli ultimi tempi non è stato fatto niente di positivo per chiudere questa pagina nera». Poi Aldo Milone di Prato Libera e Sicura: «L’avviso di garanzia se lo è quasi cercato – dice – perché ha fatto di tutto per costringere l’amministratore Calciolari a portare i libri in tribunale».

Infine il Movimento 5 Stelle che ha presentato una interrogazione in Regione: «Pensavamo di averle viste tutte - dice il consigliere Gabriele Bianchi - Ora però la giunta Rossi vuole gettare nel buco nero altri 8 milioni. Ci pare assurdo».