Supernozze cinesi, la scomparsa di un mito

Gli affollatissimi party della tradizione non si possono più fare. Il tracollo di un business proprio nei mesi che gli orientali consacrano all'amore

Un matrimonio orientale

Un matrimonio orientale

Prato, 27 maggio 2020 - Il Coronavirus ha impattato nella vita delle persone come hanno fatto pochi altri avvenimenti nella storia recente. Ha cambiato e sta cambiando le nostre abitudini e sicuramente gli effetti di questi mesi sono destinati a durare a lungo nel tempo. Tra le tante sfere della vita che ha abbracciato durante il lockdown il Covid-19 c’è sicuramente stato anche l’amore. Il sentimento, certo. L’impossibilità di vedersi per molte giovani coppie che non abitano insieme, una cenetta a lume di candela in un ristorante e via discorrendo. Ma per i cinesi – anche per gli altri ma forse per i cinesi un po’ di più – l’amore è anche sinonimo di matrimonio e feste di fidanzamento. E quindi di banchetti e grandi assembramenti in ville e ristoranti. E nonostante il graduale ritorno alla normalità questo settore sembra, come tutta la comunità cinese, ripartire molto lentamente.

Un vero crollo verticale per uno dei business non legati al tessile più rilevanti per i cinesi di Prato, che ha travolto una vera e propria piccola filiera: dalle agenzie matrimoniali, cresciute vertiginosamente insieme ai loro ricchi guadagni negli anni, fino ad arrivare ai grandi ristoranti che vivevano praticamente solo di queste celebrazioni. Un intero settore, insomma, è in ginocchio. E pensare che oltre ai matrimoni, proprio in questi mesi, per i cinesi di tutto il mondo – e quindi anche quelli di Prato – c’erano praticamente tutte le festività legate all’amore che presuppongono delle celebrazioni in pompa magna. In Cina sono ben cinque i giorni dedicati alle coppie di innamorati. Il primo in ordine di tempo è stato l’8 febbraio, data in cui la comunità cinese di Prato era già in larga parte chiusa in casa, nonostante in Italia non fosse ancora esplosa l’emergenza. In quel giorno si celebrava lo “Yuanxiaojie” che cade il quindicesimo giorno del calendario lunare e si tratta della più antica festività dedicata agli innamorati, in cui l’uomo si dedica al corteggiamento della donna attraverso gesti plateali. Che si traducono in cene esose ai ristoranti e un’esagerazione di composizioni floreali recapitate a casa della dolce metà. Il 14 febbraio poi anche per i cinesi è San Valentino (Qingrenjie) e pure questa ricorrenza è saltata a causa della pandemia. Segue il 14 marzo con il “San Valentino Bianco”, una festa ereditata in realtà dal Giappone, in cui l’uomo regala cioccolata bianca alla propria donna. Ultima in ordine cronologico il “Wuerling” che cade il 20/05 – per i cinesi 5/20, visto che in Cina le date partono dall’anno e finiscono con il giorno – che foneticamente si avvicina alla pronuncia di “Woaini”, che vuol dire “Ti Amo”. Poi c’è anche quella che cade il settimo giorno del settimo mese lunare (quest’anno il 25 agosto), l’antichissima festa “Qixi”, detta anche del Doppio Sette. Ma la più sentita è sicuramente quella del 20 maggio, una ricorrenza più moderna, molto celebrata anche sui social cinesi, scelta da tantissime coppie proprio per sposarsi. Ma non quest’anno, appunto.

«Un vero disastro – racconta Linjie di Ainihunqing, agenzia matrimoniale tra le più gettonate di via Pistoiese – Avevamo decine di matrimoni fissati in questi tre mesi e li abbiamo dovuti annullare e posticipare». E parliamo di un’azienda che organizza almeno 100 matrimoni all’anno che ha dovuto fermare la sua attività proprio nel periodo più redditizio. «Il nostro core business sono i matrimoni ma facciamo anche molto altro – continua – Siamo specializzati in tutte le celebrazioni tra cui i banchetti per festeggiare i cento giorni dei neonati (altra data che i cinesi festeggiano ndr), le importantissime feste di fidanzamento, i compleanni e via discorrendo. Chi viene da noi è perché vuol fare le cose in grande, ma non solo. Ora è tutto fermo e non sappiamo quando ripartiremo».

E Cindy, una giovane ragazza che aspettava da anni il giorno per dire il fatidico “sì”, ha dovuto rinunciare per via del Coronavirus. «Meno male sono almeno riuscita a festeggiare il fidanzamento – dice rammaricata – È avvenuto poco prima del lockdown e avevamo pianificato tutto nei dettagli per il matrimonio. Abbiamo dovuto annullare senza sapere quando potremmo celebrare il nostro matrimonio. Anche se le misure si sono allentate non vogliamo pianificare nulla. Perché disdire nuovamente tutto, per un matrimonio organizzato alla cinese, non è assolutamente una cosa da poco».