La storia di Gaetano Bresci in onda sulla Rai. A 120 anni dal regicidio

Stasera sul canale 54 il docufilm di Cecconi dedicato all’anarchico pratese. Alla stessa ora e nello stesso giorno in cui a Monza uccise Umberto I nel 1900

Andrea Anastasio nei panni di Gaetano Bresci nel film di Gabriele Cecconi

Andrea Anastasio nei panni di Gaetano Bresci nel film di Gabriele Cecconi

Prato, 29 luglio 1900 ore 22. Quattro colpi di pistola (forse tre) uccidono Umberto I di Savoia, re d’Italia, mentre in carrozza stava tornando nella sua residenza dopo aver assistito ad un saggio di ginnastica. Dopo gli spari, poche ore di agonia e la morte tra lo sgomento generale. A sparare quei quattro colpi, forse tre, l’anarchico pratese Gaetano Bresci che suo malgrado sarebbe entrato nella storia, quella storia che ha fatto di tutto per dimenticarlo. Esattamente 120 anni fa, il gesto di Bresci avrebbe lasciato un segno indelebile nella storia d’Italia.

E per ricordare quei fatti e quei protagonisti, Rai Storia ha deciso di trasmettere stasera in prima serata (alle 22 sul canale 54) il docu-film tutto made in Prato, diretto dall’apprezzato regista e documentarista Gabriele Cecconi. Un film già programmato con successo e con il tutto esaurito nelle varie anteprime di questi ultimi mesi: al cinema teatro La Compagnia di Firenze, al Terminale, nell’arena estiva del Castello. Sempre con grande curiosità del pubblico. "L’anarchico venuto dall’America" racconta con dovizia di particolari del "furore" del giovane ribelle pratese, nato a Coiano il 10 novembre 1969 e morto misteriosamente nel carcere di Santo Stefano, il 22 maggio 1901. Ufficialmente suicidio. Ma a questa versione ci hanno creduto in pochi nel corso del tempo, neppure Sandro Pertini che, rinchiuso nello stesso carcere molti anni dopo per ragioni politiche, più volte raccontò che forse la verità era un’altra.

Cecconi con il suo film recupera una figura controversa con l’obiettivo almeno di raccontare una vita tumultuosa che prima o poi il cinema aveva il dovere di raccontare. Molti anni fa anche Sergio Leone tentò di ricostruire la storia di Bresci con Marcello Mastroianni come protagonista: un progetto che purtroppo non andò mai in porto. In tempi recenti Gaetano Bresci è stato ricordato da Jim Jarmush nel suo film "Paterson" come personaggio di spicco che aveva abitato in quella cittadina del New Jersey, dove emigrò dall’Italia, lavorando come operaio in una azienda tessile, creando una famiglia americana ed entrando in contatto con altri anarchici di origine italiana. Ma il suo ardore politico lo portò poi a tornare in Italia dopo esser venuto a conoscenza della strage di Milano, ordinata dal generale Bava Beccaris (un’insurrezione che fu repressa con 80 morti). Si allenò per giorni al poligono di Galceti per essere pronto al regicidio. E a soli 31 anni i suoi quattro colpi di pistola, forse tre, avrebbero cambiato per sempre la sua vita e le vite di tanti altri.