Plagiata e costretta a prostituirsi. "Ma nessuno ha tutelato la vittima"

La donna ha denunciato l’ex convivente che l’aveva costretta per anni a soddisfare le sue perversioni. L’avvocato: "La Questura non ha dato l’ammonimento e per due volte la Procura ha chiesto l’archiviazione"

Una delle tante manifestazioni contro la violenza sulle donne

Una delle tante manifestazioni contro la violenza sulle donne

Prato, 19 settembre 2022 - Plagiata, maltrattata, violentata psicologicamente e costretta a soddisfare le perversioni sessuali del suo convivente per anni. Più di una denuncia, una richiesta di ammonimento, la presa in carico al Centro La Nara, due psicologi differenti che attestano lo stato di "violenza psicologica" a cui la donna , una pratese di 42 anni, è stata sottoposta dalla persona che, in realtà, credeva di amare. Le richieste di aiuto della donna, però, sono cadute tutte nel vuoto nonostante le indagini difensive svolte dal legale della vittima, l’avvocato Sabrina Serroni. Documenti, prove e testimoni portati a supporto della denuncia che le indagini condotte dalla polizia non avrebbero preso in considerazione tanto che la Procura ha chiesto per ben due volte l’archiviazione. La prima richiesta di archiviazione è stata respinta dal gip che ha disposto altri sei mesi di indagini per cercare riscontri alle prove evidenziate dalla difesa. Ci è voluto un altro anno prima di arrivare alla stessa conclusione: la nuova richiesta di archiviazione.

La vicenda, dai contorni foschi, riguarda la relazione della donna con un uomo, originario di Lucca, dipendente pubblico, andata avanti dal 2013 al 2018, anno in cui la vittima, grazie all’aiuto degli psicologi, riesce finalmente a troncare quella storia "malata". I due avevano convissuto insieme alla figlia piccola che la donna aveva avuto dall’ex marito. Quando la relazione è cominciata, la vittima usciva da un lungo periodo di depressione post partum, era fragile e indifesa. "La sua volontà è stata completamente annientata dal compagno che l’ha manipolata", hanno spiegato gli psicologi. "La vittima era dipendente dal suo carnefice tanto da indurla – secondo quanto riferito nella denuncia – a soddisfare le perversioni sessuali dell’uomo che l’avrebbe costretta a recarsi in locali di scambisti, ad avere rapporti sessuali con più uomini". Prestazioni per le quali il convivente si faceva pagare dai 150 ai 300 euro.E poi lo stalking cominciato quando la donna ha deciso di troncare la relazione nel 2018. La seguiva, la minacciava di diffondere i video hard sul posto di lavoro, i continui messaggi ai familiari della ex, alle amiche. "Nessun testimone, però, è mai stato sentito dagli investigatori", spiega l’avvocato Serroni, neppure gli uomini che venivano contattati dal convivente per avere gli incontri sessuali.

"La donna, impaurita, si è vista respingere la richiesta di ammonimento – aggiunge – E poi si parla tanto di violenza sulle donne". Per gli investigatori i racconti della donna erano pieni di incongruenze. "E’ stata tacciata dagli investigatori di essere una ’esibizionista’ perché seguiva un corso di pole dance", aggiunge l’avvocato Serroni. "La pole dance è uno sport praticato anche dai bambini, non c’entra nulla con la lap dance. Insieme alla querela la mia assistita aveva depositato un cd che non è stato neppure aperto". Per l’avvocato ci sono una serie di reati imputabili all’uomo: maltrattamenti in famiglia, sfruttamento della prostituzione, estorsione, violenza di gruppo fino, stalking. Oltre a una denuncia per pedopornografia depositata alla Dda per alcune foto nude della bambina della vittima trovate nel pc dell’uomo. Fascicolo che al momento non risulta neppure iscritto a ruolo. Sarà di nuovo il gip a decidere.