Violentò una studentessa in Versilia. Condannato il figlio di un imprenditore

La giovane pratese, 18 anni, era in vacanza insieme ad un’amica. Alla fine di una serata in discoteca. il ragazzo la portò nella villa di famiglia e abusò di lei. La vittima adesso è seguita da uno psicologo.

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Prima la serata in allegria, in compagnia di un’amica e qualche bicchiere di troppo. Poi l’epilogo più terribile con la violenza sessuale subita da uno sconosciuto nel letto di una villa di Forte dei Marmi.

Ieri quell’aguzzino – M.F. di 26 anni, figlio di un imprenditore modenese – è stato condannato dal tribunale di Lucca a 3 anni e 4 mesi dopo anni di udienze che hanno ripercorso una nottata di dolore. Fisico e dell’anima. I fatti risalgono al 30 giugno 2017 quando la ragazzina, una studentessa pratese all’epoca diciottenne, si trovava ospite da un’amica in Versilia. Una vacanza che doveva trascorrere spensierata ma che si è trasformata in un incubo per la giovane pratese.

Durante la vacanza le due ragazze hanno trascorso la serata in un locale della costa, tra risate, balli, e davvero troppo alcool. Tanto da manifestare evidenti sintomi di ubriachezza, al punto di cadere in terra sulla pista da ballo, da non reggersi in piedi, da vomitare e stare male. Intorno alle 6 del mattino le due giovani sono state avvicinate da un gruppo di ragazzi che le hanno fatte salire su due taxi: ma non per accompagnarle a casa, bensì per portarle nella villa di proprietà del ventenne modenese. Le ragazze non erano in grado di opporre troppa resistenza viste le condizioni fisiche in cui si trovavano. E’ in quella villa al Forte che che si è consumata la violenza. Il ragazzo, con ferocia, ha abusato della diciottenne, al suo primo rapporto (mentre l’amica, simulando un malore, è riuscita ad evitare il peggio mentre si trovava nella camera accanto). Solo al mattino dopo, quando la studentessa pratese si è risvegliata, ha ricostruito quanto accaduto: quel ricordo del dolore percepito in zona pelvica e le tracce di sangue negli slip le hanno dato consapevolezza dello stupro subito nella notte da un perfetto sconosciuto. La cui identità è stata ricostruita successivamente, grazie all’individuazione del suo profilo Facebook.

Nei tre anni di udienze – interrotte più volte per il crollo emotivo della ragazza – è stata fatta luce sulla verità. "E’ stato messo in atto un istinto predatorio terribile" evidenzia l’avvocato Massimiliano Manzo che assieme all’avvocato Cosimo Magazzini di Firenze ha tutelato la vittima. A nulla è valsa la posizione sostenuta dal legale fiorentino Antonio Voce che, tutelando il 26enne modenese, ha insistito sul rapporto consensuale. Addirittura a sostegno della tesi è stato riprodotto in aula un video che un terzo ragazzo presente in villa ha girato durante la violenza, per poi coricarsi anch’egli nel letto con loro. La condanna ha chiuso una storia così terribile per la giovane. Infatti lo stesso psicologo ha consigliato ai legali di revocare la richiesta di parte civile.

Francesca Navari