Via Ciulli, la fine di un incubo durato 12 anni Il sottopasso killer è stato dissequestrato

La Corte di Appello ha accolto il ricorso presentato dal Comune. Decisiva la realizzazione della cassa di espansione vicino all’ospedale

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Il sottopasso di via Ciulli è stato "liberato". L’incredibile notizia – nessuno ci sperava più – è arrivata dopo 11 anni e mezzo esatti di estenuante attesa. La Corte di Appello di Firenze si è pronunciata in tempi rapidissimi (un giorno) sul ricorso presentato dal Comune di Prato che chiedeva il dissequestro dell’infrastruttura, chiusa dal giorno della tragedia delle tre donne cinesi annegate nel sottopassaggio allagato. Era la notte fra il 4 e il 5 ottobre del 2010 quando l’auto delle cinesi entrò nel sottopasso trasformato in una trappola infernale a causa dell’acqua del torrente Vella che lo aveva riempito fino all’orlo. Dal quel giorno il sottopasso killer – che unisce le frazioni di Narnali e Galciana – è rimasto off limits. "Troppo pericoloso", il rischio era che potesse riproporsi la stessa "condizione eccezionale" (la pioggia battente) di quella notte e che potesse riempirsi di nuovo di acqua e fango mietendo altre vittime. Inutili le richieste avanzate dal Comune, a partire dalla giunta Cenni: ben quattro in 11 anni. I piani di messa in sicurezza non hanno mai convinto i giudici chiamati a esprimersi sulla possibile restituzione dell’opera al Comune. Almeno fino a ieri.

Decisiva è stata la relazione che l’avvocatura del Comune ha fatto preparare all’ingegner Malossi, il progettista e direttore dei lavori della cassa di espansione che è in fase di realizzazione vicino all’ospedale. Un impianto che per la zona – sempre soggetta ad allagamenti quando piove più del dovuto – è fondamentale. La cassa di espansione, realizzata con i soldi dell’Asl, di fatto, mette in sicurezza tutta l’area e i corsi d’acqua, compreso il torrente Vella che nell’ottobre del 2010 fu responsabile della tragedia delle tre donne cinesi.

Il ricorso per il dissequestro è stato presentato a inizio settimana. Giovedì era fissato il processo di Appello nei confronti dell’ex dirigente del Comune, Lorenzo Frasconi, e del progettista delle Ferrovie dello Staro, Stefano Caldini, condannati nel 2016 in primo grado per omicidio colposo plurimo. Nonostante la lunga attesa – per fissare il processo di Appello ci sono voluti sei anni – l’udienza si è aperta ed è stata subito rinviata di sei mesi per un impedimento di uno degli avvocati degli imputati. I giudici della Corte, però, si sono riuniti per decidere sul dissequestro. Procedimento che, comunque, seguiva un iter separato rispetto al processo. E ieri – quasi a sorpresa – è arrivata la notifica del dissequestro direttamente all’avvocato del Comune, Paola Tognini. Dopo un’attesa sfinente e le tante battaglie dei cittadini, i giudici – recepito il via libera dal procuratore generale – hanno deciso in mezza giornata di "liberare" il sottopasso killer.

Il progetto per la messa in sicurezza del sottopasso proposto ai giudici di Appello fa leva sulla cassa di espansione da 25 metri cubi. L’opera servirà a contenere i torrenti in caso di esondazione e nel caso in cui il torrente Iolo non riuscisse più a recepire le sue acque. Il progetto garantisce un "tempo di ritorno dell’evento" di 200 anni come avevano chiesto gli ultimi giudici che si sono espressi sul dissequestro nel 2016. Questa volta il progetto ha basi solide e non punta su semafori, termometri per l’innalzamento delle acque o muri più alti – come avvenuto in passato – per contenere la forza delle acque. Adesso ci siamo, il sogno si avvera: dopo quasi 12 anni le transenne saranno tolte da via Ciulli per la prima volta restituendo ai cittadini quell’opera fondamentale per la viabilità tra le due frazioni.

Laura Natoli